Dovrebbe uscire
a giorni, quando riapriranno le librerie tutte e sarà disponibile nell’
e-commerce, questo mio instant-book sull’ Italia e un po’ di mondo nell’era del
coronavirus (Zambon Editore,160 pp, €12.00), Ve ne darò tempestivo avviso.
Viviamo nella
morsa di coloro a cui è capitato di poter assumere un comando assoluto, senza
precedenti, sulla nostra vita, sui nostri diritti fondamentali, violando Costituzione
e ogni legge giuridica, morale, civile, umana. E’ il racconto di fatti, con
relative riflessioni e analisi, che hanno alterato il nostro modo di vivere e
di pensare come era successo solo nel capovolgimento che, con i successori di
Costantino, a partire dal quarto secolo dopo Cristo, uccise una civiltà. Molto
meno vi si può paragonare quanto abbiamo subito sotto occupazioni straniere, o
nel fascismo.
Tutta questa catastrofe nella quasi totale assenza di resistenza,
come, invece, la percepiamo manifestarsi, alla faccia dei media occultatori, in
altri paesi a noi vicini. Il tritapensiero, nel quale siamo stati inseriti da
molti anni, ha di nuovo spurgato il dogma. Il libro annovera voci di
scienziati, osservatori, pensatori liberi, che non si piegano alla terrificante
manipolazione in atto. Riporta dati che smentiscono l’alluvione di propaganda
intimidatrice cui ci sottopone il complesso scientifico-mediatico che si è
completamente messo sotto i piedi la politica.. E, soprattutto, contiene una
vasta disamina, che il lettore giudicherà azzeccata o meno, su cosa e chi ha
preceduto, determinato, guidato, l’operazione coronavirus e su quali
prospettive si prova a trarne sul piano dei rapporti di potere, sulle libertà
individuali, collettive, nazionali e sugli assetti economici, sociali e
geopolitici che ne dovranno sortire.
“Ci troviamo
davanti a un vero scontro frontale tra le grandi multinazionali e gli stati. Questi
subiscono gravi interferenze nelle loro fondamentali decisioni politiche, economiche e militari da parte di organizzazioni mondiali che non dipendono da nessuno
Stato, non rispondono delle loro attività a nessun governo e non sono sottoposte al controllo di nessun parlamento e di nessuna istituzione che rappresenti
l’interesse collettivo. In poche parole, la struttura politica del mondo sta per essere sconvolta.” (Luis Sepulveda, scrittore, guardia del corpo
di Allende, guerrigliero).
“Centomila
vittime solo a New York!” miagolò con voce da Niobe, cui Apollo e Artemide
stavano uccidendo 14 figli. Ma purtroppo la velina di Enrico Mentana non rimase
pietrificata come Niobe. Continuò a miagolare stramaledette minchiate dal TG
La7 delle 08.30 del 13 aprile. Trattasi del canale che si è assunto il merito
davanti a Bill Gates, uomo di Cupola, di fare da pifferaio del media-untoraggio
a fini di vaccino coatto e di regime del controllo universale. Vittime, nel
linguaggio che io conosco quando si parla di malattie, vuol dire morti. Quel
giorno in tutti gli USA si era arrivati a 11mila decessi, quasi tutti poveri e
perlopiù neri.
Evidentemente
l’ordine di servizio di chi sta gestendo questa pandemia era quella di
sopperire alla normale attenuazione del fenomeno patologico dopo i consueti 70
giorni, con l’aggiunta di morti per forza di propaganda. Così veniamo a sapere
che quasi 1,500 decessi in casa sono stati registrati dalle autorità sanitarie
della megalopoli americana come “morti PRESUNTI di coronavirus”.
Come al solito li aveva preceduti il laboratorio Italia, a cui quello del
dr.Frankenstein fa un baffo quanto a etica e rigore scientifico, proclamando su
tutte le testate che il numero della “vittime” era, par force, del tutto
sottovalutato. Non terrebbe conto dei morti anonimi, non esaminati, non
registrati, scelleratamente nascostisi in casa. E neanche dei milioni di
positivi asintomatici (quelli di tutte le influenze, da che mondo e mondo, che
guariscono e si immunizzano da soli senza Bill Gates, Roberto Burioni,
intubatori vari e quaquaraquà padano-secessionisti che sognano di trasferirsi in un avanspettacolo
bavarese con jodl)).
A
chi servono i numeri dell’ex-berlusconiano Mentana?
E qui si dovrebbe tornare
alle invocazioni inutili, perché finiscono in orecchie di mercanti, di una
numerazione corretta, scientifica, secondo standard evidentemente considerati
antiquati, tanto che sono stati abbandonati da tutti, Mentana in testa (che, paonazzo,
ricordate aver urlato dal suo schermo che non censura mai nessuno e, però, ha
imparato a censurare i numeri di morti che non gli tornano, forse durante i 13
anni in cui ha berlusconianamente diretto il TG5). Ricordate quando si
annunciava che 98 su 100 morti, quasi tutti ottantenni e passa, morivano PER
polmonite, diabete, arresti cardiocircolatori, trombi, privati di difese
immunitarie, cui s’era alla fin fine aggiunto il virus? Non causa
determinante! Hanno smesso molto presto. E sticazzi! Come si sarebbe potuto
giustificare l’imprigionamento di tutto un popolo e le punizioni tipo Al Capone,
violatore del proibizionismo, a chi è un puntino su una spiaggia di tre
chilometri (è successo, vedi la raccapricciante Barbara D’Urso incitare un
drone poliziesco a inseguire una cellula umana sola in un immenso deserto di
sabbia: “Piglialo, piglialo, coppalo, coppalo…!” Il faro spazzarughe
sulla faccia ci ha impedito di scorgere gli occhi iniettati di sangue.
Pensate,
non hanno avuto neppure il rispetto per un grande combattente con la parola e
il corpo, come Luis Sepulveda, e ne hanno falsificato la morte. I media l’hanno
subito sequestrato e sbattuto nell’elenco mortuario del covid-19. “Anche
Sepulveda ucciso dal coronavirus”. Figurati se si lasciavano scappare una
“vittima” di tale risonanza per l’operazione virus!
Il
“manifesto”, pronto come non mai ad appiattirsi sulle linee di forza della
fase, lo ha detto ucciso dal virus almeno quattro volte tra prima e terza
pagina. Una bandiera da sventolare davanti alle schiere di Bill Gates, Soros,
Rockefeller, Kissinger. E invece no. Sepulveda ere. ancora in cura per una
grave polmonite che lo aveva colpito nel 2019. E all’esame post-mortem (che in
Spagna si fa e qui no) è risultato NEGATIVO AL’ESAME CORONAVIRUS!
Il peggior castigo non è arrendersi senza lottare. Il
peggior castigo è arrendersi senza aver potuto lottare. (Luis
Sepulveda)
Ave Cesare, senes morituri te
salutant
Comunque,
qui sta il punto, come sintetizzato nel saluto dei gladiatori a Cesare, appena
un po’ parafrasato (senes=vecchi) nel titoletto. Secondo conoscenze
mediche, che risultano inoppugnabili perfino nell’ abbecedario di Pinocchio,
agli anziani negare il sole, uccisore di batteri e fornitore di vitamina D,
indispensabile per l’immunodifesa, oltrechè per un vitale buonumore, risulta
fortemente dannoso. E così l’immobilità degli arti compromessi da artrosi,
reumatismi, fratture malsanate e osteoporosi; la mancanza di cure di malattie
croniche e che richiedono trattamenti periodici, la mancanza di fisioterapie per
tenere in sesto l’organismo tutto, o ridare funzionalità al ginocchio, la
negazione di terapie del dolore, la totale assenza di rapporti sociali, il ponte saltato dalle
gengive, salvo che, a volte, con una famiglia che non è detto ti tratti bene e
viceversa. (Forse è per questo che uno dei soliti ammanigliati OMS con certi
istituti, suggerisce di distanziare in isolamento camerale (là dove si dispone
di 200 mq?) i membri della famiglia, o di prelevarli e riunirli in stabili che
ricordano la clinica del grande surrealista Dino Buzzati in “Sette Piani”
(al settimo per un semplice accertamento diagnostico, poi, con scuse varie, discesa
di piano in piano fino a quello della morte).
«Sull’orlo del baratro ha capito la cosa più
importante» miagolò Zorba. «Ah sì? E cosa ha capito?» chiese l’umano. «Che vola
solo chi osa farlo» miagolò Zorba.
(Luis Sepulveda)
Eugenetica
Il
dato clinico certo è, invece, che i vecchi così muoiono. Ecco, forse, trovati i
morti “di coronavirus presunti”, ma calcolati, nelle case. L’ha ordinato
il generale capocommissione UE, Ursula von der Leyen, al nostro plotone
d’esecuzione. Fortemente segnata dal suo ex-ruolo di ministro della guerra, e
perciò prontissima a impegnarsi in questa che tutti amano definire in termini
guerreschi, così che sappiamo di stare allineati e coperti per fila
destr-destr!, la nobildonna ha
dichiarato che gli anziani usciranno non prima di Natale (si presume
2020). Non si sa se in verticale, con le grucce, o in orizzontale. Più
probabile la seconda opzione. E data la pervicacia con la quale si perseguono
questi risultati, non è affatto improprio pensarla all’Andreotti, cioè
malissimo: ingegneria sociale, togliere di mezzo coloro che non partecipano
alla produzione e concentrazione della ricchezza.
Vecchio,
da decenni dichiarato obiettivo dei promotori della riduzione della popolazione
mondiale, in questo senso selettiva. Non ci può essere dubbio che il
senectudicidio sia parte del programma. Pensate a come hanno sfruttato il
terremoto, prima dell’Aquila e poi dell’Italia Centrale. L’abbiamo attraversato
con la telecamera. Ricostruzione programmaticamente negata, territori
abbandonati (a probabili nuove destinazioni d’uso neoliberista), giovani
dispersi nel mondo, vecchi lasciati a morire tra le macerie, comunità
eliminata.
Le
categorie più deboli vanno maggiormente protette, si afferma gonfiando il
petto. E non sarebbero i bambini e i ragazzi che, per sfuggire alla tirannia,
anche affettuosa, ma comunque autoritaria e monopolistica, della famiglia,
hanno bisogno di frequentarsi e confrontarsi tra loro, in autonomia e
responsabilità, fisicamente. Anche nella scuola, e non su un tablet? E non è la
più debole di tutti, quella degli anziani, peso gravoso, nella famiglia e nella
comunità, improduttivi ma consumatori, seppure a volte sostegno ai genitori per
i bambini e forse unica fonte di reddito nelle società ridotte nei termini che
sappiamo dagli stessi che oggi ci organizzano la fine per coronavirus.
Uccidere
gli anziani per far morire Mnemosine
Se
non si vogliono la depressione, l’anoressia, la nevrosi, spesso il suicidio,
comunque la morte, utile in quanto “presunta da coronavirus”, gli
anziani tocca farli uscire, non per ultimi, ma per primi. Al sole, agli amici,
allo sgranchiamento, alle cure tornate a esserci, alla cultura. Ma se sono
inutili, prossimi comunque alla fine? No, in un mondo che ha ucciso Mnemosine,
sradicando la dea della memoria a forza di digitalizzazione e di eterno
presente dalle giovani generazioni, ridotte all’incoscienza di sé e quindi alla
manipolazione, i vecchi sono i depositari di un patrimonio di cultura e
civiltà. Sono quelli della guerra, dell’antifascismo partigiano, della
ricostruzione, dell’arte, del cinema, del teatro, della poesia, di Totò ed
Eduardo, di Gigi Riva e Sandro Mazzola, di Bartali e Coppi, di Che Guevara.
Sono l’archivio del retto modo di vivere, di valori quali coraggio e onestà
(quelli di Luis Sepulveda) di cui da noi, specie tra chi si pretendeva
antagonista, non si vede più il segno.
Pulizia
generazionale
L’antesignana
è stata la kapò degli esodati, Elsa Fornero, ovviamente fedele frequentatrice
delle stamberghe sorosiane nel canale di Urbano Cairo. Sul modello delle
pulizie etniche praticate da razze superiori nel Vicino Oriente, si è iniziata
la pulizia degli eccessi per età. Non senza aver praticato in simultanea
pulizie altre, generazionali e di genere. Magari senza strumenti coattivi e
fisiologici e più sul piano morale e psicologico: paura e diffamazione. Esempi?
Il terrorismo antisesso con l’AIDS, servito a vendere tonnellate di farmaco ATZ
che, al solito, uccideva più del virus e dovette essere ritirato dopo vent’anni
di stragi. La guerra delle donne, in quanto tali, agli uomini, in quanto tali,
a prescindere, servita in patria e anche a livello geopolitico. La guerra al
terrorismo, fatta dai coltivatori di terroristi, con relativo dilagare
dell’odio e del sospetto e strette ai diritti democratici. La guerra
fantasmatica in difesa dei LGBTQI. La guerra presunta per i migranti, ma in
effetti contro i popoli del Sud e i lavoratori del Nord, fatta per conto delle
multinazionali colonialiste e in nome della carità religiosa e laica. La guerra
contro chi rivendica identità storica, sovranità nazionale e popolare,
anatemizzato in sovranista e populista.
Uccidere gli
anziani per far morire la Muse
Mi
ha colpito il testo, davvero accorato e toccante di un medico piemontese, segnalatomi
da amici e che voglio proporvi. Parla di chi se ne va, o e bell’e andato:
operai, contadini, proletari, gente che lavora con le mani, gente devota a
Cibele, Demetra, Gea. Io vorrei, traendolo dalla mia esperienza,
particolarmente fortunata dato il mestiere, aggiungere anche un “se ne vanno”
dedicato ai lavoratori della mente, quelli devoti alle nove figlie di
Mnemosine: Clio, Urania, Melpomene,
Talia, Tersicore, Erato, Calliope, Euterpe e Polinnia. Quelle che, come le
divinità della terra e dell’opera manuale, a dispetto di 2000 anni di dogma
tirannico, escludente e dannante, non sono riusciti a sradicare dal nostro
inconscio collettivo, per cui di tempo in tempo resuscitano e tornano a
liberarci. Sono duemila anni che provano a spazzarli via.
Se
ne vanno
“Se ne vanno. Mesti, silenziosi, come magari è stata umile e
silenziosa la loro vita, fatta di lavoro, di sacrifici. Se ne va una generazione, quella che ha visto
la guerra, ne ha sentito l’odore e le privazioni, tra la fuga in un rifugio
antiaereo e la bramosa ricerca di qualcosa per sfamarsi.
Se ne vanno mani indurite dai calli, visi segnati da rughe
profonde, memorie di giornate passate sotto il sole cocente o il freddo
pungente. Mani che hanno spostato
macerie, impastato cemento, piegato ferro, in canottiera e cappello di carta di
giornale. Se ne vanno quelli della
Lambretta, della Fiat 500 o 600, dei primi frigoriferi, della televisione in
bianco e nero.
Ci lasciano, avvolti in un lenzuolo, come Cristo nel sudario,
quelli del boom economico che con il sudore hanno ricostruito questa nostra
nazione, regalandoci quel benessere di cui abbiamo impunemente approfittato. Se ne va l’esperienza, la comprensione, la
pazienza, la resilienza, il rispetto, pregi oramai dimenticati.
Se ne vanno senza una carezza, senza che nessuno gli
stringesse la mano, senza neanche un ultimo bacio. Se ne vanno i nonni, memoria
storica del nostro Paese, patrimonio della intera umanità.
L’Italia intera deve dirvi GRAZIE e accompagnarvi in
quest’ultimo viaggio con 60 milioni di carezze...❤🙏”
RICEVUTO da Dott.Begher, pneumologo ospedale S.Maurizio. Che
chiede di divulgarlo... Grazie
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Per quanto mi riguarda, attingendo alle mie esperienze e
conoscenze, se ne vanno i miei primi datori di lavoro, Arnoldo Mondadori,
pescecane con naso fine per i libri; Valentino Bompiani, aristocratico, più
mecenate che industriale; la Londra con
la bombetta e i primi jeans negli anni’50 e, poi, nei ’60, la Londra dei capelloni, di musica e fiori al
posto della bombetta e dell’ombrello; Umberto Eco, che si circondava più di
belle donne che di parole ambigue; Elio Vittorini, che, con generosità
infinita, mi ha chiosato le poesie; Beppe Fenoglio, che mi ha impressionato più
di tutti; Italo Calvino, nelle cui storie mi sono riconosciuto, Dino Buzzati, generosamente
curioso delle mie povere idee sui treni Milano-Genova; Luciano Bianciardi, con
cui andavamo per bettole nella Milano ’50, proletaria e canterina, valorizzata
da Aimonino Ponti e Nervi, non distrutta
da sindaci e archistar da bere; Eugenio Montale, musone sardonico e finto
scontroso tra polverose poltrone Biedermeyer e pile di libri per terra;
Salvatore Quasimodo, con i suoi baffetti da sparviero presuntuoso; e Brera, il
quartiere, i caffè tracimanti di idee e minigonne.
Gabriella Ferri, grande amicizia, grande pasionaria e
grande depressa; Giammaria Volontè, in strada insieme a provocare la gente con
astuzie teatrali e poi a sfuggire ai rimbrotti ironici di Elio Petri; Piazza
del Popolo dei geniali snob di letteratura, cinema, giornalismo e
cortigianeria; piazza Navona di bighelloni semi-eversivi e strafumati; il folkstudio,
un’aria sotterranea dipinta da Venditti e inghirlandata da De Gregori.
Preferivo Sergio Endrigo. Thomas Mann, che mi insegnava Hoelderlin a Colonia, i
combattenti dell’IRA, quelli di Palestina, il ’68, Gore Vidal che in Via di
Torre Argentina mi intratteneva su un’America di schifo e donava soldi a Lotta
Continua, Pasolini e Moravia a discutere nella terrazza di un americano sotto
casa mia; et ceteri et ceteri…… Pensa come si deve sentire oggi uno con questi
nella sua vita e, comunque nel mondo che c’era! E, peggio di tutto, se ne vanno
Michelangelo, Caravaggio, Boccioni, De Chirico, i cui dipinti dai freddi
schermi non riusciranno più a toccarci l’anima attraverso la pelle e farci
vibrare di quell’ anticonformismo rivoluzionario che significa libertà.
Detto questo, noi non ce ne andiamo. Anche perché Ernesto
bassotto ha bisogno di noi. E noi di lui.
“Essere libero,
non è poter fare ciò che si vuole, ma volere ciò che si può”. (Jean Paul Sartre)
10 commenti:
Se ne vanno. Era un mondo davvero ben frequentato,fortunato lei che l'ha vissuto e che ha contribuito a renderlo ben frequentato. Posso capire il suo disagio nell'attuale piattume.
E noi abbiamo bisogno di leggere quello che scrivi.
Vero, abbiamo bisogno come si ha bisogno di una boccata d'aria fresca, di leggere il tuo sguardo sul mondo caro Fulvio.
Io, ottuagenario non avrei mai pensato di ritornare ai tempi di quando, bambinello, mi chiudevano in casa, con mia sorella,poiché mia madre, fresca vedova di guerra,DOVEVA uscire per trovare qualcosa, a tutti i costi. Oggi di nuovo "obbligatoriamente" chiuso per editto e per un disegno di egemonia totale che mi fa ribrezzo. Gli umani sono il verme della terra. Viva l'estinzione!
Riguardo agli anziani, mia madre è da due mesi che non me la fanno vedere... È in struttura e temo, non riuscirò a vederla più. Sono solo in casa e vivendo sul confine tra Romagna e Marche, ed avendo amicizie e affetti tra le due regioni, non riesco più a vedere nessuno da quando è iniziata questa prigionia l'otto marzo! La fase due, quando inizierà, potrebbe essere anche peggio, con scanner per la temperatura, contingentamento, app per tracciare positivi, mascherine obbligatorie, deportazioni di positivi al tampone, etc. Spero che questo inganno venga svelato e questa classe di politici e virologi golpisti punita per i propri crimini, da parte di un popolo ridestato dall'incantesimo del coronavirus.
...un'altra boccata di ossigeno! Sarebbe utile avere la fonte, da citare, sulla negatività al coronavirus di Luis Sepulveda. Nelle discussioni, all'interno di ciò che rimane della sinistra, potrebbe contribuire a svegliarne qualcuno dall'eterno sonno incantato.
Ho ripreso a leggerTi dopo qualche anno,con grande affetto ed infinita ammirazione per cio'che scrivi, riflesso del Tuo animo !
apprezzo il lavoro e il piglio messo nell'articolo. Ho provato a cercare notizie sulla causa di morte di Sepulveda, soprattutto su giornali spagnoli, ma ho trovato solo conferme sul coronavirus. Posso chiedere la fonte che invece smentisce la vulgata?
grazie
un saluto
Fulvio,
ti seguivo prima, a volte, quando c'era bisogno di sentire una voce discorde, come quando ero giovane e succedevano cose molto importanti, allora compravo
il Manifesto, ma si tratta di 40 e passa anni fa.
Oggi ti leggo di piu' perché è necessario, in questa pandemia cerebrale
da Truman show.
Mi permetterei di darti un modestissimo consiglio che secondo me, per
altro, sarebbe anche funzionale alla "causa".
I tuoi articoli sono fiumane in piena , io solitamente quando non ne
vedo piu'la fine comincio ad essere stanco della lettura e a volte mi
estranio, altre proprio smetto.
Chiedo scusa per l'umile consiglio sottinteso.
Grazie di tutto,
Salvatore Ore
chiedo scusa se mi ripropongo ma la notizia che Sepulveda e` risultato negativo al covid nell`esame post mortem mi lascia di stucco, anche se corrobora la mia percezione dell `informazione/ propaganda attuale.
In realta` non trovo riscontri in rete di questa verita' che invece sarei anche io molto contento di divulgare
grazie di nuovo
salvatore ore
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