USTICA, IERI E OGGI
Uscirà presto un libro di giovani di
Bologna che, con immagini e parole, ci
imporranno di tornare a Ustica, a quel 27 giugno 1980 in cui furono distrutte
81 vite. La mano che operò allora, è attiva anche oggi. Più che mai. Questo è il
mio contributo al libro.
Di questa
serie di scheletri di metallo, raccolta da persone che hanno compreso come
centrale per la liberazione delle nostre vite sia la lotta contro l’oblio,
ontologicamente praticato dagli autori di delitti, persone tanto più meritevoli
per essere giovani, probabilmente nate dopo la tragedia di Ustica, tanto più
coraggiose per aver sfidato la strategia dell’occultamento praticato dal
dominio, mi ha fatto rabbrividire soprattutto quella di un oblò del DC9 con
sotto la scritta “exit”. Quasi un’epigrafe posta, con macabro sberleffo, dagli
autori dell’assassinio di massa. Il finestrino, dal quale l’occhio dei vivi
vagava su mondi, esistenze, spettacoli celesti, è cieco. Dà sul nulla. Il nulla
della morte cui, con feroce cinismo, pare indirizzare la scritta.
Mi pare che
sia racchiusa in questa immagine tutto il male di una società i cui valori sono
stati trucidati da chi si propone di governare il mondo con gli strumenti di
una protervia senza confini, finalizzata a distruggere qualsiasi cosa che si
opponga alla sua marcia necrofora. O che non le sia utile. Quando l’obiettivo
era quello di eliminare Muammar Gheddafi, il capo di una nazione le cui risorse
erano appetibili e il cui sistema politico e sociale rischiava di innescare contagi
avversi alla dittatura globalizzata dell’Impero, i regnanti, coltivatori di
democrazia, diritti umani e pace, non ci hanno pensato due volte a rischiare di
disintegrare decine di vite innocenti e inconsapevoli. Non si fa così anche
oggi, oltre tre decenni dopo, quando per togliere di mezzo un governante
ostico, o semplicemente disobbediente, si annienta un paese, si stravolge un ordine sociale,
culturale, politico, si mettono al servizio missili e mercenari sanguinari per
eliminare quanta più parte possibile di un popolo, del suo pensiero, della sua
storia, del suo futuro?
Crimine e impunità, allora come oggi. Crimine e impunità dei responsabili come dei conniventi, dei mandanti come degli esecutori. Delle stragi di Stato nel nostro paese, come dei genocidi perpetrati in questa “guerra infinita” contro Stati e classi sociali da opprimere fino alla soppressione perché a una élite di licantropi siano garantiti il controllo e la ricchezza del mondo. Un’impunità che garantisce la prosecuzione, che collide con la realtà, ma con cui tanti colludono.
Veniamo da
sempre e, con accentuata virulenza, dall’epocale truffa dell’11 settembre,
menati per il naso e indotti alla deprivazione e alla sottomissione, dal karma
della “lotta contro il terrorismo”. Ma chi è il terrorista? Colui che non si
cura di abbattere un aero di linea per uccidere un elemento di fastidio, che
compie attentati stragisti per arginare le onde della sollevazione per la
giustizia e la libertà e per calibrare con l’altra criminalità organizzata i rapporti
di forza e di sfruttamento, che attribuisce al “nemico” efferatezze omicide
compiute in proprio, per aprirsi la strada a un malthusianesimo globale, che
mette in campo e incita ai bagni di sangue
turbe mercenarie invasate, guidate dai propri “corpi speciali” (Libia,
Siria), che semina terrore mediatico per indurre la gente a subire mutilazioni
e a mutilarsi (Osama bin Laden, o il “baratro” di Monti e Draghi), che non si
fa scrupolo di utilizzare per le sue atrocità le stesse bande terroriste che
pretende di combattere?
E’
terrorista il generale che tronfio, con
le medaglie sul petto, passa in rassegna i suoi miliziani con gli
stivali ancora intrisi del sangue delle sue prodezze di guerra, o il pilota con sul suo caccia ancora la
polvere dell’innesco del missile che ha polverizzato 81 persone e lacerato la
vita a tante di più? E’ terrorista un presidente degli Usa che ogni martedì si
riunisce con i castigamatti dei suoi 14 servizi di sicurezza per compilare e
firmare una lista di “sospetti” di terrorismo da eliminare (droni, squadroni
della morte, assassinii mirati)? O è terrorista chi non si piega al dogma
dell’unicità della fede e dell’eccellenza dei sistemi tirannici che vi si
richiamano allo scopo di universalizzare il ricatto: o schiavitù o morte?
Quel
finestrino cieco del DC9, con la scritta che indirizza verso un’uscita dalla quale
non si snoderà più nessuna strada, non si paleserà più nessun orizzonte, è il rovescio
occulto del vessillo che ci viene sbandierato sugli occhi con le insegne e le
parole della democrazia, dei diritti umani, della civiltà occidentale. Un
vessillo che rende narcolettico chi lo segue. Lunga vita a queste immagini che
annichiliscono l’oblìo, smascherano la frode, ci consegnano un capo del filo
rosso, di sangue, che unisce il terrorismo episodico e circoscritto di allora
al terrorismo di Stato e d’Impero divenuto planetario. Lunga vita e la più
ampia diffusione. Quel finestrino è cieco. Ma, a ben guardare, vi si può vedere tutto.
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Commenti al post
Mia risposta ad Alex
E non dimentichiamo la tragedia di Ramstein, Germania, del 28/8/1988, quando tre aerei delle Frecce Tricolori si scontrarono e precipitarono sul pubblico, uccidendo 67 persone e ferendone 346. In quell'incidente, causato da un errore di manovra del solista della pattuglia, perirono gli ufficiali piloti Nutarelli (il solista), Naldini e Alessio. Come mi dissero loro stessi, pochi mesi prima ad Aviano in occasione di un mio volo sulle Frecce per un servizio Rai, tutti e tre si trovarono in volo sul Tirreno nella notte dell'abbattimento del DC9 Itavia e a ridotta distanza dall'evento. Disciplinatamente, raccontandomi la loro esperienza, si allinearono alla versione allora prevalente, ordita dai comandi militari, che nessuno aveva sparato missili contro il DC9. La loro scomparsa toglieva di mezzo tre possibili testimoni decisivi, che, ricredendosi, avrebbero potuto sconfessare le versioni false dello Stato Maggiore dell'Aeronautica, del ministro Giovanardi, dei media di regime, di inquirenti subalterni, e rafforzare i fortissimi indizi dell'abbattimento, consistenti, tra l'altro, nella cancellazione delle registrazioni da terra dei movimenti aerei di quelle ore. Perchè si sarebbe aspettato fino al 1988 per togliere di mezzo i tre testimoni? Perchè prima del 1988 l'inchiesta, in mano a collusi o intimiditi, aveva avallato la fandonia dell'esplosione interna e, nel 1988, i periti rilevano invece nella cabina del DC9 tracce di esplosivi, T4 e TNT, propri dei missili in dotazione alla Nato. Sempre nel 1988 il parlamento - un po' diverso dal parco buoi di oggi - impone l'istituzione di una commissione d'inchiesta presieduta dall'onesto senatore Libero Gualtieri. Qualcuno che si sentiva bruciare il terreno sotto i piedi, ha ritenuto opportuno provvedere?
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Già, Ustica, una delle stragi simbolo di quel periodo, che io da preadolescente lo ricordo bene, di controffensiva e di reazione, che ha visto la Fiat licenziare prima i sindacalisti piu' attivi, (accusati di "simpatizzare" con i "terroristi") e poi piu' di ventimila lavoratori, (lasciati soli da quasi tutti i democratici, che preferirono appoggiare la tristemente nota "marcia dei 40mila", a sostegno di legge ed ordine), ma anche dell'altra strage, quella alla stazione di Bologna. L'indagine di Ustica fu sempre boicottata da alcune forze neanche tanto occulte, ogni volta che si arrivava a conclusioni importanti uscivano sempre fuori antitesi opposte, per rimescolare tutto. A questo proposito vanno ricordati anche quelle vittime troppo spesso dimenticate, che erano legate a quella storia, testimoni scomodi come uomini radar, militari in servizio all'epoca nelle basi contigue ed altri ancora. Fra questi il comandante dell'aeroporto di Grosseto, pochi giorni dopo l'abbattimento dell'aereo. Vittime di strani incidenti stradali, o suicidi quanto meno sospetti. Una trasmissione inchiesta della RAI circa 15 anni fa (Sergio Zavoli?)ricordava tutti questi episodi. Adesso invece si utilizza la nebbia che sta sempre calando su queste due stragi e la confusione per instillare in molti l'idea che "non si saprà mai" oppure "oramai dopo tanti anni" e che comunque "potrebbero essere stati anche i servizi segreti dell'Est, i palestinesi di Arafat od altre fazioni, eccetera". Occorre invece ribadire le verità politiche che si possono trarre dal contesto storico. Mi piacerebbe che questo libro sulla strage di Ustica riceva diffusione, se c'è qualche riferimento per poterlo acquistare ancora meglio, perchè può evitare la manipolazione storica di tale evento.
Alessandro
Alessandro
Mia risposta ad Alex
E non dimentichiamo la tragedia di Ramstein, Germania, del 28/8/1988, quando tre aerei delle Frecce Tricolori si scontrarono e precipitarono sul pubblico, uccidendo 67 persone e ferendone 346. In quell'incidente, causato da un errore di manovra del solista della pattuglia, perirono gli ufficiali piloti Nutarelli (il solista), Naldini e Alessio. Come mi dissero loro stessi, pochi mesi prima ad Aviano in occasione di un mio volo sulle Frecce per un servizio Rai, tutti e tre si trovarono in volo sul Tirreno nella notte dell'abbattimento del DC9 Itavia e a ridotta distanza dall'evento. Disciplinatamente, raccontandomi la loro esperienza, si allinearono alla versione allora prevalente, ordita dai comandi militari, che nessuno aveva sparato missili contro il DC9. La loro scomparsa toglieva di mezzo tre possibili testimoni decisivi, che, ricredendosi, avrebbero potuto sconfessare le versioni false dello Stato Maggiore dell'Aeronautica, del ministro Giovanardi, dei media di regime, di inquirenti subalterni, e rafforzare i fortissimi indizi dell'abbattimento, consistenti, tra l'altro, nella cancellazione delle registrazioni da terra dei movimenti aerei di quelle ore. Perchè si sarebbe aspettato fino al 1988 per togliere di mezzo i tre testimoni? Perchè prima del 1988 l'inchiesta, in mano a collusi o intimiditi, aveva avallato la fandonia dell'esplosione interna e, nel 1988, i periti rilevano invece nella cabina del DC9 tracce di esplosivi, T4 e TNT, propri dei missili in dotazione alla Nato. Sempre nel 1988 il parlamento - un po' diverso dal parco buoi di oggi - impone l'istituzione di una commissione d'inchiesta presieduta dall'onesto senatore Libero Gualtieri. Qualcuno che si sentiva bruciare il terreno sotto i piedi, ha ritenuto opportuno provvedere?
15 commenti:
Già, Ustica, una delle stragi simbolo di quel periodo, che io da preadolescente lo ricordo bene, di controffensiva e di reazione, che ha visto la Fiat licenziare prima i sindacalisti piu' attivi, (accusati di "simpatizzare" con i "terroristi") e poi piu' di ventimila lavoratori, (lasciati soli da quasi tutti i democratici, che preferirono appoggiare la tristemente nota "marcia dei 40mila", a sostegno di legge ed ordine), ma anche dell'altra strage, quella alla stazione di Bologna. L'indagine di Ustica fu sempre boicottata da alcune forze neanche tanto occulte, ogni volta che si arrivava a conclusioni importanti uscivano sempre fuori antitesi opposte, per rimescolare tutto. A questo proposito vanno ricordati anche quelle vittime troppo spesso dimenticate, che erano legate a quella storia, testimoni scomodi come uomini radar, militari in servizio all'epoca nelle basi contigue ed altri ancora. Fra questi il comandante dell'aeroporto di Grosseto, pochi giorni dopo l'abbattimento dell'aereo. Vittime di strani incidenti stradali, o suicidi quanto meno sospetti. Una trasmissione inchiesta della RAI circa 15 anni fa (Sergio Zavoli?)ricordava tutti questi episodi. Adesso invece si utilizza la nebbia che sta sempre calando su queste due stragi e la confusione per instillare in molti l'idea che "non si saprà mai" oppure "oramai dopo tanti anni" e che comunque "potrebbero essere stati anche i servizi segreti dell'Est, i palestinesi di Arafat od altre fazioni, eccetera". Occorre invece ribadire le verità politiche che si possono trarre dal contesto storico. Mi piacerebbe che questo libro sulla strage di Ustica riceva diffusione, se c'è qualche riferimento per poterlo acquistare ancora meglio, perchè può evitare la manipolazione storica di tale evento.
Alessandro
ciao fulvio
ben tornato!
in questo triste paese ci sono delle tristi persone che credono di essere migliori delle altre e di portare con se il vangelo della salvezza. continuatori di quella "diversità comunista" che forse poteva valere per i sinceri militanti di base del pci ma non certo per quei manigoldi, come quel vecchio barbagianni che sta al quirinale, che aiutavano il pentapartito a tenere in piedi il baraccone dell'italia piduista ed atlantica. queste persone sono state al governo e hanno un loro uomo al colle ma nulla fanno non dico di sinistra ma almeno per la verità. perchè tutte le persone morte in questa italietta fatta di stragi dove nessuno è colpevole ma tutti sanno chi è il colpevole non erano ne di destra ne di sinistra (certo però che il colpevole era chiaramente di destra o peggio era il - potere - allo stato puro) e quindi togliere i vari segreti di stato non sarebbe una cosa di sinistra, cosa impossibile da fare per quegli impotenti cronici del PD, ma sarebbe una cosa GIUSTA. Ma si sa che la verità è rivoluzionaria e quindi sapremo tutto ma senza mai sapere niente. Mi sono ripromesso che al prossimo banchetto dei demento-cratici (PS qualcuno ha notato che da quando c'è Monti sono spariti dalle strade? non che prima si vedessero molto i mollaccioni)gli sparo in faccia tutta la merda che mi hanno fatto mangiare.
Tutti i nostri politici hanno sulla coscienza i morti di Ustica così come quelli di tutte le stragi italiche siano esse frutto di intrighi interni SISMI/SISDI o esterni NATO/CIA e cani al loro soldo. Così come hanno sulla coscienza i morti serbi, afghani, libici e siriani.
@Alex.
E non dimentichiamo la tragedia di Ramstein, Germania, del 28/8/1988, quando tre aerei delle Frecce Tricolori si scontrarono e precipitarono sul pubblico, uccidendo 67 persone e ferendone 346. In quell'incidente, causato da un errore di manovra del solista della pattuglia, perirono gli ufficiali piloti Nutarelli (il solista), Naldini e Alessio. Come mi dissero loro stessi, pochi mesi prima ad Aviano, in occasione di un mio volo sulle Frecce per un servizio Rai, tutti e tre si trovarono in volo sul Tirreno nella notte dell'abbattimento del DC9 Itavia e a ridotta distanza dall'evento. Disciplinatamente, raccontandomi la loro esperienza, si allinearono alla versione allora prevalente, ordita dai comandi militari, che nessuno aveva sparato missili contro il DC9. La loro scomparsa toglieva di mezzo tre possibili testimoni decisivi, che, ricredendosi, avrebbero potuto sconfessare le versioni false dello Stato Maggiore dell'Aeronautica, del ministro Giovanardi, dei media di regime, di inquirenti subalterni, e rafforzare i foirtissimi indizi dell'abbattimento consistenti, tra l'altro, nella cancellazione delle registrazioni da terra dei movimenti aerei di quelle ore. Perchè si sarebbe aspettato fino al 1988 per togliere di mezzo i tre testimoni? Perchè prima del 1988 l'inchiesta, in mano a collusi o intimiditi, aveva avallato la fandonia dell'esplosione interna e, nel 1988, i periti rilevano invece nella cabina del DC9 tracce di esplosivi, T4 e TNT, propri dei missili in dotazione alla Nato. Sempre nel 1988 il parlamento - un po' diverso dal parco buoi di oggi - impone l'istituzione di una commissione d'inchiesta presieduta dall'onesto senatore Libero Gualtieri. Qualcuno che si sentiva bruciare il terreno sotto i piedi, ha ritenuto opportuno provvedere?
Ciao Fulvio,
si possono avere delle indicazioni maggiori su questo libro?
Grazie anticipatamente,
Nicola
Del libro fotografico su Ustica dei compagni bolognesi si sa solo che è in corso d'opera e verrà poi consegnato a Daria Bonfietti. Si tratta di alcuni mesi. Appena saprò qualcosa di definitivo, lo farò sapere.
Fra l'altro mi risulta che la Comissione stragi (quella presieduta dal Sen. Libero Gualtieri) sia stata di fatto smantellata e fusa con quella sul sequestro Moro e di indagine sul terrorismo, quasi a rimischiare le carte, circa una dozzina di anni fa.
Alessandro
Ciao Fulvio,mi par di capire che anche tu credi che la strage di Ustica sia avvenuta nel tentativo di eliminare Gheddafi. Forse anche gli autori del libro sosterranno la stessa ipotesi. Non è così. Intercettare e abbattere un aereo di sera nel bel mezzo del mare non è un giochino di società. Occorrono super professionalità, logistica, informazioni sig-int, assistenza radar e competenze. Sarebbe sufficiente, per averne un'idea, leggere il libro del pilota capo squadriglia che intercettò e abbattè l'ammiraglio Yamamoto. Non sta in piedi l'ipotesi Gheddafi perchè a quell'ora del 27 giugno '80 Gheddafi volava su Malta. Che senso aveva cercarlo su Ustica, a 400 miglia nautiche più a nord? Le pianificazioni delle operazioni aeree belliche, specie se clandestine, sono al secondo o al minuto. No, qualcuno cercava un aereo che "doveva" passare in quel punto e a quell'ora. Il Dc9 ci si è trovato per sbaglio: era in ritardo di 2 ore a causa di un violento nubifragio a Bologna. Altra fandonia è il coinvolgimento del Mig libico, precipitato a Timpa delle Megere. Era un velivolo da addestramento, non armato. Non aveva nemmeno le cariche per l'eiezione di emergenza del seggiolino del pilota, che infatti venne trovato al posto di comando, ancora legato agli spallacci. Ti sembra normale mandare a combattere un aereo disarmato? Eppoi, importantissimo, nessun caccia militare avrebbe avuto l'autonomia per arrivare sul basso Tirreno, combattere e tornare a casa. Occorre semmai il rifornimento in volo, cosa che i libici allora non avevano la possibilità di fare. I loro piloti erano di basso livello e non possedevano nessun aereo cisterna. Il Mig caduto in Calabria era totalmente a secco. Nessun incendio dopo l'impatto. Era solo un disertore che cercava, al limite del carburante, di raggiungere la vecchia base militare di S. Anna. Una settimana prima il suo compagno di camera disertò e fuggì a Creta dove atterrò malamente danneggiando l'aereo. Due giorni prima, il 25, un aereo civile aveva percorso la stessa rotta negli stessi tempi, diretto in Irak. Trasportava l'uranio arricchito che la Francia, come da contratto, aveva preparato per il reattore di Saddam. Era previsto un secondo trasporto, il 27 appunto. ma fu una finzione del direttore dello stabilimento che segretamente aveva già deciso di inviare tutto il carico col primo volo. Chi non aveva interesse che Saddam ricevesse l'uranio, studiò il primo volo e intervenne sul secondo. Con la metà dell'uranio il programma nucleare irakeno avrebbe subito una battuta d'arresto. A parte il tragico errore di prendere l'aereo sbagliato, si trattò di una operazione clandestina condotta in maniera perfetta. Pochi paesi avevano una forza aerea capace di eseguirla. Israele è tra questi. Avrei molto altro da raccontare ma mi devo fermare per ragioni di spazio. Rimango a disposizione in caso qualcuno fosse interessato. P.S. Esattamente un anno dopo, Israele uscì allo scoperto e bombardò il reattore irakeno, distruggendolo a ponendo fine a quella che il paranoico Begin, primo ministro israeliano,definiva "la minaccia dell'olocausto nucleare".
@Roberto.
Grazie del corposo impegno, ma trovo curiosa questa ipotesi, formulata con certezza, ma che nessuno, che io sappia, ha mai ventilato, nemmeno l'associazione dei famigliari delle vittime, più addentro di tutti alle cose. Non risulta chiaro il nesso tra il presunto attacco a un mai menzionato aereo zeppo di uranio per Saddam, in data diversa, e il missile che ha abbattuto il DC9.
Quanto al Mig caduto in Calabria, non era forse accertato che in Italia si addestravano piloti libici? Quella di attribuire disertori a Gheddafi (oggi ad Assad) è una storia che emana effluvii sospetti. Non so se Gheddafi volasse su Malta, ma so che un missile aria-aria percorre notevoli distanze. Osservazione collaterale: non definirei Begin "paranoico". Un brontosauro che schiaccia un topo non è paranoico, se non si vuol far credere che il topo minacci il brontosauro e non viceversa. Restano comunque da rimpiangere Saddam e le sue buone intenzioni.
Comunque quali sono le fonti delle tue affermazioni? I servizi francesi che vogliono deresponsabilizzarsi sostituendo il crimine di Stato di un tentato assassinio di un capo di Stato con la benefica distruzione del potenziale nucleare di un "paese canaglia"?
Caro Fulvio, ti rispondo volentieri, passo passo. L'associazione dei parenti delle vittime conosce benissimo questa ipotesi. Daria Bonfietti seguiva il lavoro investigativo di Claudio Gatti, ne veniva aggiornata continuamente e fu lei a nominare John Macidull perito di parte. Macidull fu il primo a parlare di attacco missilistico. A dire il vero i primi a dirlo furono i due ingegneri della McDonnel Douglas, Steve Lund e Fred Kaizucka, mandati in Italia a verificare che non si fosse trattato di cedimento strutturale, cosa che avrebbe danneggiato l'immagine della ditta. E' una bufala colossale che in Italia si addestrassero piloti libici. In realtà accadeva il contrario. Piloti dell'Aeronautica Militare Italiana si congedarono e andarono a lavorare per il governo libico come piloti istruttori. Uno per tutti il col. Lanfranco Vianello, fratello del più noto Raimondo. Furono anche le sue dichiarazioni a far cadere la pista libica. Mi fermo qui. Le notizie su Begin e la sua malattia le ho tratte da Eric Silver "Begin: a biography". Il resto in parte dal lavoro di Andrea Purgatori, vero eroe del giornalismo e molto da "il quinto scenario" di Claudio Gatti, ed Rizzoli. Concedimi un'ultima chicca: pochi giorni dopo la strage il comandante dell'ufficio "operazioni aeree" dell'aeronautica israeliana, Ran Goren, fu esautorato. Non era mai capitata una cosa simile in Israele. Il suo incarico era un incarico prestigioso, che apriva la strada al comando dello Stato Maggiore. Cordialità a tutti.
@#Roberto.
Mi dispiace, non posso mettere in dubbio la tua buonafede, ma non mi sembri convincente. Confesso che non ne so molto di Ustica, ma Claudio Gatti, spesso scoopista di cose interessanti, ma anche di cose scontate o ambigue, alla Saviano, è l'ultima persona che ritengo credibile. Uno che contribuisce a scoprire verità occultate, in compagnia perlopiù di colleghi della lobby ebraica, non è organico a un foglio sionista e disinformatore come il New York Times, o imperialista come l'Herald Tribune, o di regime confindustriale e montiano, come Il Sole 24 ore, l'Europeo, Panorama. Sarebbe stato un bel colpo esonerare la Nato, francesi o statunitensi, dal tentativo di assassinio di un capo di Stato straniero, andato male, e attribuire l'azione a un'Israele, come sempre impressionante per bravura e capacità militare, che impedisce a un "dittatore antisemita", come Saddam, di minacciare Israele e il mondo con armi nucleari. L'uomo lavora per la peggiore cosca mediatica intossicatrice dell'Impero.
Va bene così, Fulvio, pazienza. Registro solo che non hai opposto nessun argomento ai miei, solo la tua opinione, legittima e importante ma sempre opinione. Con grande affetto.
#Roberto.
Non è proprio così. Non opinioni, ma argomentazioni, il che è un po' diverso. Le tue, invece, sono ipotesi che alle argomentazioni non sanno rispondere. Cosa mi dici del trombettiere della disinformazione imperialista? Ci vuole una bella faccia a portarlo a esempio di controinformazione. E' come Amnesty: un colpo al cerchio, che ti rende credibile, e dieci colpi alla botte che sono quelli che contano.
Passiamo ad altro. Tanto Gheddafi, penultimo governante arabo di un paese libero, dopo i fallimenti di Reagan e di Ustica, sono riusciti a farlo fuori. E con lui il suo paese.
Ciao Fulvio,
spero e credo che in realtà la Libia non sia stata completamente fatta fuori, ma che la resistenza si mantenga viva. I ratti non potranno regnare per sempre, tanto piu' adesso che i loro scagnozzi hanno subito diverse legnate in Siria, scomparsa dalle prime pagine dei giornale e dall'informazione. Ci riproveranno, è probabile dopo le elezioni in USA, ma per intanto la Siria resiste.
A proposito di stragi, mi sembra abbiano fatto cadere nel dimenticatoio quella di Argo 16 a Marghera, dove i servizi segreti di un certo paese democratico sembrano implicati per certo. Anche lì nessun colpevole. Fra l'altro vorrei sottolineare come la giustizia italiana, implacabile nel perseguire Battisti fino quasi alla crisi diplomatica con il Brasile, abbia lasciato correre per Zorzi, il cui ruolo chiave in alcune stragi sembra ormai chiaro, (almeno così mi risulta) ma che vive senza problemi in Giappone.
Alessandro
il ricordo è un po'annacquato, ma ho presente una trasmissione Rai di molti anni fa cui parteciparono dei giornalisti e l'ambasciatore d'Israele a Roma. Il tema era proprio il coinvolgimento dello stato israeliano nel fatto di Ustica. Quindi non è vero che la pista israeliana non è mai saltata fuori. Caro Grimaldi, lei è sato giornalista Rai e credo le sia facile controllare mentre io non saprei come fare.
@maria federica
Pista israeliana? Non è mai diventata una pista, nemmeno per i più scrupolosi e onesti investigatori giudiziari o mediatici. Comunque su Ustica è saltato fuori di tutto e il contrario. Al 90% depistaggi. Non mi pare valga la pena andare a rintracciare chissà quale trasmissione in chissà quale rete in chissà quale giorno per sentire quello che dice un ambasciatore israeliano, ontologicamente privo di onestà.
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