"Israele farà molto male ai civili
libanesi, compresi i bambini delle famiglie… L’abbiamo fatto allora, l’abbiamo
fatto a Gaza, lo faremo in ogni giro di ostilità in futuro”. (Moshe Yaalon, ministro della Difesa israeliano, 6/5/2015)
“Ho ammazzato molti arabi nella mia
vita e la cosa non mi pone alcun problema… Farò di tutto in mio potere perché i
palestinesi non abbiano mai uno Stato”. (Naftali Bennett, ministro israeliano dell’Istruzione,
30/5/2013)
“I palestinesi sono tutti nemici e il
loro sangue cada sulle loro teste. E questo comprende anche le madri dei
martiri, le manderemo all’inferno con fiori a baci.. Devono sparire insieme
alle loro case in cui hanno allevato quei serpenti. Altrimenti vi nasceranno
altri serpentelli”. (Ayelet
Shaked, ministro della Giustizia israeliano, 7/7/2014)
“C’è una salvaguardia generalmente
nota ai saggi e si tratta di un vantaggio e di una sicurezza per tutti, ma
soprattutto per le democrazie contro i tiranni. Di cosa si tratta? Della Diffidenza”. (Demostene,
384-322 a.C)
E’ lungo, cari amici, lunghissimo, da
esaurimento e sento già chi implora “troppo lungo, accorcia!” Ma a sapere
quanti altri argomenti brucianti avrei voluto affrontare con voi,
rabbrividireste. Unico conforto: si può leggere a puntate. Tanto prima di metà
luglio non ci si sente.
Binario unico per l’UE
Chi del
doppio binario se ne può fregare altamente sono i cannibali sadici della Troika,
ora da Tsipras mimetizzata in Gruppo di Bruxelles. Facile, con un farlocco
sicario della Cupola travestito da radicale come Tsipras, che già si era
denudato davanti ai bambini con occhi puliti nominando suoi proconsoli
tentacoli di Bilderberg (attualmente convenuto in Austria con i soliti sicari
italiani, inclusa la fiduciaria media Gruber) come Barbara Spinelli. Qui, dopo
una caterva di arretramenti rispetto alle promesse elettorali, da far invidia a
Renzusconi, a puntellare colui che veniva considerato la colonna vertebrale
della sinistra greca e non era che una spina di panna, a insistere a
interpretare il precipitare di cedimenti come eroica resistenza del duo della
bella morte greca, Tsipras e Varufakis, era rimasto solo “il manifesto”. “Quotidiano
comunista” che, del resto, vede ormai il suo ruolo nell’aggrapparsi,
sacrificando ogni sua residua connotazione di credibilità, a qualsiasi volatile nascita-convegno-estinzione
del “Nuovo Soggetto Politico della Sinistra” . Qualsiasi cosa, pur di rosicchiare
qualcosa ai 5Stelle.
Si scopron le tombe, si levano i
morti
Da noi e in
giro sono spesso, sempre più spesso, quelli che provengono dalla “sinistra” coloro
ai quali la Cupola affida il lavoro più sporco. Avreste mai immaginato un
Berlusconi fare della scuola di diritto la scuola del mercato, gestita in
chiave di Stato di Polizia sotto un ducetto fiduciario di decerebratori e
sfruttatori? O qualificare per legge “strategici” gli inceneritori, le
trivelle, le piattaforme marine, le Grandi Opere, difese come fossero basi
militari? O infliggere ai lavoratori lo spionaggio sui luoghi di lavoro? O
avanzare, a forza di colpetti di Stato, verso una dittatura tecnonazista? O
annullare, con l’eliminazione del Corpo Forestale dello Stato, l’ultimo
presidio contro la guerra dichiarata all’ambiente? O sabotare un sindaco,
farlocco, ma sgradito a corrotti e ladroni, per metterci uno che sappia
distribuire ai destinatari giusti i proventi delle catastrofi sociali Giubileo
e Olimpiadi? Potete immaginare i casini di piazza?
Ultimi
arrivati, la lente di ingrandimento ci
rivela le formichine di Civati-Sel e detriti vari. L’ennesimo infervoramento
del “manifesto” per la nemesi in arrivo con la sinistra Pd ed ex-Pd, si esalta
in sfrenato entusiasmo editoriale a commento di quel polveroso e sgrammaticato
paginone di retrocopertina, dove anonime (e pour
cause!) trombe di cartapesta annunciano l’assemblea di fondazione del “PARTITO
COMUNISTA ITALIANO”. Sì, proprio di quel
Partito Comunista Italiano. Quello vecchio. Quello ormai marchiato
irrimediabilmente, come quasi tutti i consimili nel mondo, da sconfitte, rese,
tradimenti. Del partito che loro definiscono “di Gramsci e Togliatti”, mentre
storia e scienza dovrebbero semmai fargli dire di Gramsci o Togliatti.
Giacchè senza Togliatti, ricostruttore dell’apparato statale fascista, e il
nipotino Be-Be-Be-Berlinguer accucciato sotto l’ombrello Nato e sotto mamma DC,
difficilmente ci sarebbero stati Occhetto e seguenti.
Pifferai ad Atene
Con uno
Tsipras, che sta percorrendo lo stesso scivolo da rivoluzionario barricadero a
palo dei rapinatori con scasso, anche se non è ancora giunto del tutto alla
destinazione del suo affine italiota in sedicesimo, Adriano Sofri, si parva licet componere magnis, il
treno guidato da FMI, BCE e Bruxelles ha potuto abbattersi come un maglio sulla
terra di Pericle, Socrate, Prassitele, Euripide, Omero. Quella terra che per
duemila anni è stata per noi l’antidoto razionale, morale ed estetico al
mostruoso totalitarismo dell’irrazionalità clericale. Le tre erinni l’hanno
punita gettando nell’abisso11 milioni di greci (a esclusione di qualche dozzina
di compari locali, intoccabili nababbi, armatori, banchieri e speculatori
vari), riducendone le pensioni, aumentando di cinque anni l’età pensionabile (il
50% dei greci sopravvive grazie a un pensionato),.massacrandoli con l’aumento
dell’IVA, espropriandoli con le privatizzazioni di ogni bene comune,
togliendogli casa e lavoro, impiccandoli al nodo scorsoio di quel debito con
cui si tolgono dalla faccia della Terra i popoli renitenti. Il resto è
sceneggiata, comprese le gite propagandistiche a S.Pietroburgo per coglionare i
suoi incazzati sinistri. L’ultradestro Samaras non avrebbe potuto far meglio.
E, per
inciso, chiedete a Travaglio, ottimo giornalista e pessimo distributore di
incarichi redazionali alla lobby ebraica, capeggiata dal golem sionista Furio
Colombo, come fa a rivestire i panni del fustigatore di corrotti e parassiti
quando pubblica articoli come quello di Stefano Feltri, del “Fatto Quotidiano”,
che titola un peana alla moira Mario Draghi “L’ultimo politico rimasto in tutta Europa” e lo auspica successore
della copia velina Renzi. Così non deve più neanche scrivere al governo
letterine che ordinano macellerie sociali. Si esprimerebbe meglio direttamente
dal balcone di Palazzo Chigi.
Monnezza continua
A proposito
di “Fatto Quotidiano” e dell’intellettuale di rifermento di Cia e Netaniahu,
Adriano Sofri, nel brutto esordio della nuova versione del giornale,
normalizzata nei toni (“meno gridati”) e segnata dalla truffa dei media di
regime con la falsa obiettività che vantano “i fatti separati dalla politica” (come se i
fatti non venissero interpretati, immancabilmente, in chiave politica), accanto
a un’immonda pagina esteri turbo-atlantica, appare un orrendo editoriale
carcerario iperforcaiolo di Travaglio. Il solitamente equilibrato giornalista
tira un missile Hellfire contro l’ipotesi del ministro Orlando di includere l’ex-distruttore
di Lotta Continua e successivo manutengolo mediatico di ogni restaurazione
vandeana, in una commissione sul sistema carcerario. Io, nella proposta di far
contribuire ex-galeotti alla discussione sul problema dell’esecuzione della
pena, non ci vedo niente di scandaloso. Anzi. Ma trovo intollerabili gli
schiamazzi indignati di guardie carcerarie, la cui integrità morale e legale a
volte non è apparsa delle più limpide e anche lo sdegno dei congiunti del
commissario Calabresi (ricordate il “malore attivo” di Pinelli giù dalla
finestra?), del quale uno dirige un giornale marchionnesco, che più di regime
non si può. Arriva all’apice della sua foga giustizialista, Travaglio,
lamentando che “in Italia le vittime dei
reati e dei loro parenti non abbiano diritto di parola”. Forse, assordato
dalla quarantennale lamentazione e
apoteosi delle “vittime del terrorismo di sinistra”, l’occhiuto giornalista si
riferiva al silenzio di tomba con cui congiunti e amici delle centinaia di
vittime dei servizi, delle squadracce fasciste e della Celere, sono stati
infilati negli stessi sepolcri in cui tacciono i loro cari. Potrebbe darsi?
Di Sofri,
del cui quotidiano negli annji’70 ero stato direttore, ho detto altre volte. E
qui devo dare ragione a Travaglio quando evidenzia il trattamento di favore che
i malipoteri hanno riservato al “personaggetto” e al suo compare Giorgio
Pietrostefani. Sulla colpevolezza di Sofri & Co. non mi pronuncio, ma è un
fatto che costoro sono stati ampiamente ricompensati dai loro padrini per avere
prima infiltrato e poi demolito la più grande organizzazione rivoluzionaria dal
dopoguerra e per poi aver trasferito la popolarità residua dei boccaloni e
quella acquisita della criminalità politica organizzata, locale e atlantica,
sui suoi più fetidi organi di disinformazione. Propostisi come vittime
dell’ingiustizia e intellettuali organici agli editori di riferimento (Foglio,
Repubblica, Panorama, intendasi Renzusconi), Sofri è sceso da 22 a 7 anni di
carcere più domiciliari, grazie a un malanno, poi svaporato appena rimesso in
libertà. E da allora pontifica pro domo
sua, che è poi la domo eius. Chi
se ne sta zitto zitto a Parigi, invece, è il latitante Giorgio Pietrostefani. Un
po’ perchè energumeno rozzo e incolto, da sempre nelle grazie di certi boiardi
di Stato, un po’ perché, oltreché del verdetto per Calabresi, dovrebbe
rispondere delle sue attività in Francia quale gestore della flotta aerea del
bandito Mimmo Cardella (quello della comunità Saman e di Rostagno) che fungeva
da tramite per i traffici di rifiuti mortali tra La Spezia e la Somalia. Ovvio
che nessuno degli otto governi dal 2000, anno della sua fuga, ne abbia mai
chiesto l’estradizione. Probabilmente si dovrebbe riparlare di Ilaria Alpi e
Miran Hrovatin.
Convergenze parallele per Iran…
Il titolo di
questo post, “Doppio binario”, che potrebbe anche rititolarsi “Convergenze
parallele”, come interpretava a livello letterario Aldo Moro quando stava
completando l’assorbimento del PCI nel sistema capitalista e predatore della
DC, oppure “poliziotto buono-poliziotto cattivo”, si riferisce alla tattica
della faccia sorridente affiancata a quella digrignante. Facce con cui
l’imperialismo riesce a minchionare e ingabbiare morituri recalcitranti. E’ il
metodo con cui i conduttori di ogni guerra, bellica o sociale, riescono a
controllare fronti all’apparenza opposti e portarli al risultato strategico
voluto. Si fa così: ci si propone all’interlocutore, faccia sorridente, come
volenterosi di mediazioni e accordi, mentre contemporaneamente gli si scatenano
addosso, faccia digrignante, le piaghe d’Egitto. Negoziati sul nucleare con
l’Iran, in vista di ipotetica eliminazione delle sanzioni e accoglimento nella sedicente “comunità
internazionale”, attirando al disarmo un presidente disponibile e un’opinione
pubblica angheriata e speranzosa, e al tempo stesso lanciando contro il loro
retroterra di sostegno e alleanze, Siria, Iraq, Yemen, Libano, un uragano di
distruzione e morte, tanto da lasciare l’Iran esposto e isolato.
…Russia
Si ammicca a
Mosca con accordi di tregua in Ucraina e all’opinione pubblica mondiale con proclami
di innocenza e pace di fronte all’orso sbranatore impersonato dallo “zar”
Putin. E intanto si installano nazisti belluini, basi e armamenti d’attacco,
tutt’intorno ai confini di una Russia
che non ha neanche uno straccio di base militare fuori dal paese, si trascinano
i partner naturali europei a picconarsi le gonadi aderendo alle sanzioni e
infliggendosi salassi di sangue con spese militari sottratte a bisogni e
diritti.
… Iraq, Siria, Yemen
All’Iraq
frantumato e masticato si mostra la faccia sorridente di una “coalizione
internazionale” che gli addestra le forze armate e gli offre la solidarietà
delle bombe sull’Isis , mentre la faccia digrignante azzanna la resistenza
nazionale di esercito e milizie scite-sunnite rifornendo di mezzi, fondi e armi
il presunto nemico comune. Israele, campionissimo di doppiogiochismo, si gloria
di essere il bastione della democrazia nel Medioriente infestato da fanatismi
islamici e, poi, a questi spiana la strada bombardando i siriani, accogliendo,
curando e istruendo jihadisti di ogni denominazione (vedi i bravi drusi che
hanno eliminato due tagliagole Al Qaida-Isis ospitati nell’ambulanza
israeliana) e contribuendo al loro sostentamento insieme ai fiduciari
democratici e laici dell’Occidente nel Golfo.
L’ONU
promuove negoziati di tregua e mediazione tra movimento Huti di liberazione
dello Yemen e subimperialisti sauditi in procinto di polverizzare, insieme al
suo popolo, il miracolo della salvaguardia storica di un’antica civiltà,
procedendo anche qui in coppia con Israele che fornisce piloti e bombe al
neutrone. Ma poi l’ONU infligge l’embargo delle armi ai soli difensori del loro
paese e assiste benevola al blocco genocida, aereo e navale, che sta lasciando
donne, bambini, yemeniti tutti, senza cibo, acqua, medicinali, alla mercè della
solita banda di terroristi mercenari Al Qaida-Isis. Va detto, con
soddisfazione, che non tutte le ciambelle cucinate dal Mulino Bianco USraeliano
riescono col buco. Un’intera provincia dell’Arabia Saudita al confine
meridionale, Najran, si è dichiarata secessa dal paese di proprietà dei Saud e
a fianco della lotta yemenita; le forze di Ansarullah, ormai padrone di quasi
tutto il paese, a dispetto delle ininterrotte stragi missilistiche di vite e ricchezze,
hanno portato l’offensiva fin dentro la pancia dell’orco aggressore, colpendo
la base dell’aeronautica saudita Amir Khalid e uccidendo 20 istruttori
israeliani e 63 militari di Riad.
… migranti
I piagnoni
sulle sorti dei migranti inchiodati dalla civile Europa su scogli e nei lager -
tra i quali ora aumenteranno anche quelli yemeniti - come affannosamente
occultano l’abbagliante evidenza delle responsabilità occidentali all’origine
della decimazione e fuga di questi milioni di loro vittime, così tacciono sul
genocidio arabo esteso ora anche allo Yemen. Un’ipocrisia e un doppiopesismo da
far schifo. E qui lasciatemi dare una menzione
d’onore a Di Stefano, Del Grosso, Di Battista, Grande, Scaglius,
Sibilia, Spadoni, parlamentari 5Stelle, unici ad aver sollecitato il ministro
degli Affari Esteri, peraltro una pietosa figura di ominicchio con pugnale di
latta tra i denti, a rispondere sulla mattanza delle città e dei villaggi
yemeniti condotta dai sauditi, con associati altri regimi sudditi degli Usa.
L’interrogazione denuncia le armi per la bisogna fornite dall’Occidente, la
latitanza complice dell’ONU, la catastrofe
umanitaria dei profughi e dei rimasti strangolati dal blocco, la complicità di
Israele con le sue armi di distruzione di massa radioattive, la sciagurata “comprensione verso l’Arabia Saudita la cui
aggressione avrebbe caratteristiche limitate e difensive”. Che ora salti
fuori il solito farlocco che ciancia di Cinque Stelle “fasciste, infeudate alla
Cia e a Goldman Sachs”.
…Cuba.
Ma, oggi
come oggi, alla manifestazione più esemplare e perfida della fenomenologia del
doppio binario, si assiste in America Latina-Caraibi. Qui tutto il mondo è
abbacinato dalla luce imperiale che si è accesa su Cuba, dopo le luminarie e i
turiboli disseminativi dalla successione di papi voraci di scuole e ospedali,
“libera stampa”, ruolo della Chiesa nella vita
pubblica e di tutto quanto possa tagliare mani e piedi al socialismo e
alla sovranità. Con la solita sospetta unanimità tra pecore e lupi, si celebra
l’impresa di Raul Castro e dei suoi generali nell’aver aperto agli Usa,
ristabilito fattive e remunerative(per chi?) relazioni, aperto agli
investimenti delle multinazionali agroindustriali, minerarie e cementizie, in
un paese già al 50% privatizzato. E si individua la catarsi di un’economia disastrata
nell’alluvione di milioni di trogloditi turistici americani dollaruti, famelici
di Coca Cola, cibo spazzatura, case da gioco e facili costumi.
Sul binario
accanto, sulla convergenza parallela si muove la macchina di guerra militare,
economica e sociale degli Stati Uniti contro il resto dell’America Latina. Hanno
ammazzato il Messico con il trattato Nafta (vedi TTIP), il narcotraffico e la
militarizzazione sotto comando Usa e con l’associazione tipo Nato, tolti di
mezzo i governanti sgraditi con i colpi di Stato in Honduras e Paraguay,
ridotti a un “free for all” delle
multinazionali, tentato di strozzare l’Argentina riottosa con l’avventarsi dei
creditori avvoltoi, fatto della Colombia narcoproduttrice ed esportatrice una
servitù militare e piattaforma d’attacco, tentato colpi di Stato e rivoluzioni
colorate contro Morales in Bolivia e Correa in Ecuador, addomesticato la
Bachelet in Cile, confermata la presa di un Perù devastato dalle multinazionali
minerarie e, soprattutto, lanciato un attacco multifronte al nemico numero 1,
il Venezuela, con 18 mesi di terrorismo fascista, 1.200 assassinati,
infiltrazione di squadroni della morte colombiani, sanzioni, minacce.
Ci
chiediamo, noi che abbiamo sostenuto con tenacia e passione la rivoluzione, il
popolo, il socialismo, l’indipendenza, la resistenza di Cuba, se i dirigenti di
quella nazione, che per mezzo secolo è stata un faro di libertà ed
emancipazione per il continente e il mondo, si rendono conto di fornire,
accoppiando la loro faccia sorridente a quella sorridente del secolare
aggressore, la migliore copertura alla sua altra faccia, quella orrenda del
serial killer di massa con le zanne affondate sugli altri figli di Bolivar,
Josè Martì, Che Guevara? E’ la mano tesa a quella imbevuta di sangue, il prezzo
da pagare per la propria incapacità, aggravata dall’embargo, di risollevare le
sorti dell’isola? Il Vietnam, ha detto
Raul Castro, è il nostro modello. Nel Vietnam, da poco restituito al dominio di
una classe sull’altra, l’altro giorno si sono incontrati i capi di Stato
Maggiore di Hanoi e Washington. Hanno concordato una più stretta cooperazione e
integrazione delle rispettive forze armate.
I doppi
binari della geopolitica occidentale proliferano. La Commissione dei Diritti
Umani dell’ONU mette sullo stesso piano i crimini di guerra perpetrati da
Israele nell’operazione “Margine Protettivo” e quelli attribuiti a Hamas.
Ponzio Pilato schiatta di invidia. I primi, apparsi in tutta la loro dimensione
stragista agli occhi del mondo, non potevano essere occultati. Occorreva
ridurne il tasso criminale equiparandoli a chi, aggredito, occupato,
massacrato, espulso da 70 anni, osava reagire e difendersi. I razzi primitivi
delle vittime, andati a sbattere perlopiù nel vuoto (6 morti), alla pari di uno
tsunami di missili, bombe a grappolo, bombe ad alta penetrazione, bombe
personalizzate a farfalla, fosforo bianco, città polverizzate, esecuzioni a
freddo di combattenti, ma perlopiù di donne e bambini, da parte del quarto
esercito più potente e più sanguinario del mondo (1.300 morti). Certo, i
palestinesi, incastrati in un formicaio urbano e privi di bunker, basi,
poligoni, aviazione o marina, difendevano il formicaio da in mezzo alla
popolazione. Se ne facevano scudo? Sì, proprio come l’ultima antiaerea del
Reich, che puntava senza più munizioni contro i 500 bombardieri al fosforo di
Churchill impegnati a radere al suolo Dresda,
la più bella città barocca della Germania (pensate all’Isis a Palmira e
Ninive), si faceva scudo dei 200mila civili inceneriti, perlopiù profughi
cacciati dalle loro terre a est.
Come la mettiamo con i curdi?
E’
ricicciata sul “manifesto” Giuliana Sgrena. Non poteva mancare nel tripudio per
i curdi di Rojava che soffrono, combattono, avanzano, donne in testa. E anche
noi plaudiamo. Ma con qualche retro pensiero. Perché quelli di Kobane hanno le
stesse facce e lo stesso animo dei ragazzi dell’esercito e delle milizie
popolari siriane, proprio contro lo stesso nemico, proprio per la stessa causa:
libertà, indipendenza, laicità, democrazia, anticolonialismo. Ma senza supporto
della Coalizione, anzi. E perlopiù da cinque anni, con sacrifici ed eroismi
centuplicati rispetto a Kobane. Ma nessuna Sgrena ne da notizia, nè tantomeno vi si commuove ed
entusiasma. E’ che sulla resistenza siriana non c’è l’unanimità che unisce
destre e sinistre, atlantici, bruxelliani e antiliberisti. Quell’unanimità
complice, ghandiana, martinlutheriana, mandeliana, obamiana, bergogliana,
antiputiniana, che costituisce lo strato profondo e putrescente delle società occidentali,
sulla cui superficie far recitare, per incantare i gonzi, pupi che si danno
sciabolate di latta appesi ai filo dell’unico burattinaio.
I curdi del
Rojava hanno dunque liberato anche la città di Tel Abyad e stanno avanzando
verso Rakka, la capitale del califfo in Siria. Entrambe città arabe, non curde.
Da un capo all’altro dell’Occidente suonano festose le trombe e s’alzano
stendardi. Anche le forze patriottiche siriane, rafforzate da Hezbollah e,
forse, da volontari iraniani, dopo i recenti rovesci subiti al Nord, sul
confine turco, liberano territori ad Aleppo, a Daraa nel Sud e verso i Libano.
Niente trombe e stendardi. Eppure nell’un caso e nell’altro si combatte lo
stesso nemico, quello che terrorizza l’Occidente, minaccia Roma e il papa, decapita,
stupra o incarta le donne, incendia o affoga in gabbie i prigionieri, istruisce
bambini a uccidere. Curioso, allora, che l’avanzata dei curdi, sia facilitata
da duri bombardamenti della Coalizione Occidente-Golfo sull’Isis, mentre la
stessa Coalizione continua a distruggere le infrastrutture siriane nei
territori liberi, favorendo l’avanzata dei jihadisti (come in Iraq, dove
rifornisce il califfo e non spreca una pallottola per l’offensiva di Baghdad),
sostenuta del resto anche da Israele con aerei, ospedali e istruttori.
Gatta ci
cova? Lo ricordo ancora una volta: l’idea, vecchia come il cucco Oded Yinon,
che l’ha codificata per il regime sionista nel 1982, è la distruzione degli
Stati nazionali arabi. Gli interventi a favore e contro l’uno o l’altro servono
a definire le nuove mappe, spesso in considerazione delle risorse presenti,
specie petrolifere. Al Kurdistan in Siria un tot di territorio siriano, un
altro ai sunniti, un angolino agli sciti, per il reso caos creativo. Così in
Iraq, in Yemen, domani in Libano. Si bombarda da una parte o dall’altra, si
rafforza uno schieramento o l’altro, a seconda dello spazio assegnato dai nuovi
geografi. L’essenziale è che scompaia quel che era noto come Siria e come Iraq
e qualcosa finisca anche nelle fauci della Grande Israele.
Tripoli, bel suol d’amore
Quanto alla
Libia, sfolgorante è il doppio binario. Faccia amabile, negoziato ONU tra i due
governi, a ognuno dei quali deve essere impedito, con l’aiuto degli ascari Isis
(o Al Qaida-Isis in Yemen), di circoscrivere il caos creativo. Sempre faccia
amabile, ma contrita, quella che fa piovere fiumane di lacrime e compassione da
ogni poro dell’Occidente, che si
riscatta da ogni turpitudine lanciando anatemi contro il cattivo della commedia,
Salvini e affini. Diverso lo strumentale ma ottuso muro eretto dall’ungherese Viktor
Orban contro clandestini di cui questo primo ministro renitente all’UE, alla
Nato e filo-russi ha capito benissimo l’obiettivo collegatovi dagli Usa di
destabilizzazione degli Stati europei. E, opportunamente, invita a esaminare i
muri di cui tutto l’Occidente si circonda dal Messico all’Ucraina, da Israele
alle colonie spagnole in Marocco, da Belfast ai baltici, nonché i muri di
armate e armamenti con cui costella i confini della Russia. Non è per niente
pretestuoso il richiamo di Orban agli Stati imperialisti di occuparsi, loro,
dei profughi da loro determinati. Richiesta ineccepibile che nessuna “sinistra”
ha mai avanzato.
La faccia
con le zanne esposte è quella del terrorismo intimidatorio che colonizza
scogli, fondali marini e produzioni.schiavistiche con quanti ancora insistono a
voler scampare ai genocidi occidentali di casa loro. E’ quella della
sfruttamento domestico dei propri surrogati terroristi in chiave di paura, con
accidenti come Charlie Hebdo o bombe sul metro, tali da ottenere consenso allo
Stato manettaro securitario. E’ ora anche quella della riconquista della Quarta
Sponda, dopo le legnate prese da Gheddafi e dal suo popolo riscattato, guida
dell’antimperialismo, promotore di prosperità e giustizia. Ed ecco l’”EuNavMed”
con la sua flotta militare, i sommergibili, l’aviazione, i droni (nuova scuola
di droni d’assalto a Manfredonia), gli elicotteri e le truppe da sbarco.
Resteranno due governicchi incapaci di reagire, un bel po’ di caos creativo in
un paese spezzettato tra Tripolitania, Cirenaica e Fezzan. Ma i giacimenti e i
terminali di petrolio e acqua saranno presidiati da Eni, Exxon e Total. A
questo proposito per me sarebbe stato preferibile lasciare i libici agli affari
loro, fidando che il governo laico di Tobruk, con la sua presenza anche di
gheddafiani, possa far piazza pulita degli islamisti golpisti di Tripoli,
Fratelli Musulmani, tentacoli di Turchia e Qatar e genitori di tutte le
successive aberrazioni jihadiste.
Vessillifero dei valori
dell’Occidente
Chiudo con
un ricordo di Tony Blair, la creatura Labour-Terza Via, cara allo scorpioncino
di Rignano, spurgata dal rettilario della Thatcher, che conferma la regola
della sinistra chiamata a perfezionare le nefandezze della destra senza più
intralci a sinistra. L’ombra di questo ributtante criminale di guerra, che si
avventò sull’Iraq “perché con le sue armi di distruzione di massa poteva radere
al suolo Londra in 25 minuti”, aleggia dietro a orrori come le stragi sulla
metropolitana del 2005, o l’assassinio-suicidio dello scienziato David Kelly,
massimo esperto britannico di armi chimiche e biologiche che aveva smascherato
le menzogne irachene di Blair. Per questi meriti, e per aver mostrato come si
fanno a pezzi altri popoli, compresa la parte sana del proprio, il pupazzo di
Wall Street, dalla faccia dello psicopatico sadico di “Saw”, venne nominato
inviato del Quartetto per il Medio Oriente. Incarico dal quale ricavò anni di
baldoria negli alberghi di lusso della regione e 90 milioni di euro in
conferenze e creste, mantenendo un perfetto silenzio sulle imprese del
prediletto Stato infanticida. Ora, scelta avveduta e naturale, lo ha chiamato
il capo del regime atlantico-nazista di Kiev perché gli faccia da consigliere.
Dalle parti dove si allunga l’artiglio della Nato si assiste a una specie di
Horror Picture Show senza l’aspetto umorista: vi si radunano e prosperano le
più abbiette creature del lato oscuro del pianeta.
Brutte storie.
Ma consoliamoci. A rimediare a tutto, da noi ci penseranno Landini, Tsipras,
Vendola, Civati e, avanguardia operaia, il Partito Comunista Italiano testè
rinato (di Togliatti e senza Gramsci). Questi sì che sanno di antimperialismo.
Ciao, buona
estate. Stiamo all’erta.
20 commenti:
Ottimo articolo, apprezzo anche le citazioni all'inizio che dovrebbero essere riportate e discusse anche nei media...ieri su Otto e mezza ho sentito il dibattito dalla Gruber sul family day, e devo dire che fra le posizioni un po' da crociata dei due esponenti del centrodestra, e le posizioni "femministicamente corrette" della Gruber che sulla questione del "femmicidio" su alcuni pezzi di un certo Adinolfi, (guarda caso quelle che condividevo), ho apprezzato alcuni passi dell'esponente M5s, credo fosse Scanzi, contro l'ideologia della famiglia naturale, ed anche qualche semplice ma efficace esempio della Sen. Lidia Menapace, che pur lontana dalla mia visione, ha saputo smontare tesi di un certo professore che parlava dei gay come "persone tendenzialmente problematiche". Questioni facilmente strumentalizzabili da visioni apparentemente opposte ma entrambe fortemente ideologiche. Questione che si aggancia a quella dei bambini del post precedente.
Volevo far notare l'approccio di alcuni giornali riguardo all'evasione di due detenuti da un carcere di massima sicurezza negli USA terminata con l'uccisione di uno dei due, ed il ferimento del secondo. Sembra che abbiano agito decine di uomini armati contro questi due, a quello che si sa, disarmati che cercavano forse di fuggire in Canada.Una specie di caccia grossa in piena regola, come pure viene rappresentato in alcuni film americani. Nessuno che SI chieda se un detenuto, un uomo pure sospetto o colpevole possa non essere eliminato se non rappresenta un pericolo al momento Certo, si puo' obiettare, nell'epoca in si eliminano sospetti di terrorismo in giro per il mondo, anche il predicatore americano in Yemen insieme al figlio o due ignari pescatori nelle acque del proprio paese, questo puo' sembrare poca cosa, ma e' segno della cultura che in fondo SI puo' eliminare qualcuno che possa essere un pericolo o comunque un ostacolo, anche lontanamente, alla propria sicurezza. Siamo proprio sicuri che le sparatorie nelle scuole, la violenza anche commessa da giovani, dipenda solo dal numero e dalla diffusione delle armi da fuoco?
Referendum in Grecia. Pero' non capisco se l'oggetto del referendum e' la "proposta" della troika Eu od il piano di Tsipras. Nella prima ipotesi, credo che la UE abbia gia' vinto, inoltre non vi ricordate il referendum in Danimarca sull'adesione alla UE fatto ripetere perche' non aveva dato il risultato sperato? Credo che. la UE fara' di tutto per ricondurre la Grecia sulla retta via, con le buone o con le cattive...
Referendum in Grecia. Pero' non capisco se l'oggetto del referendum e' la "proposta" della troika Eu od il piano di Tsipras. Nella prima ipotesi, credo che la UE abbia gia' vinto, inoltre non vi ricordate il referendum in Danimarca sull'adesione alla UE fatto ripetere perche' non aveva dato il risultato sperato? Credo che. la UE fara' di tutto per ricondurre la Grecia sulla retta via, con le buone o con le cattive...
Questo Papa sta pian piano diventando molto più utile per la causa imperialista da morto che da vivo,come martire è perfetto.
rossoallosso
Premesso che in fondo spero che I greci votino no al referendum, tuttavia non so se mettere ai voti la resistenza ai diktat della UE, piu' di natura politica che puramente economica (si chiedono quelle riforme anti operaie ed antisociali) sia stata una buona scelta. se vinconoi SI sarebbe la resa totale che romperebbe ogni sbocco politico, mentre il No non vorrebbe dire altro che si riprenderebbe la trattativa, con nessuna garanzia sugli esiti. Credo che, a rischio di fare la fine di Yannukovic, avrebbe dovuto intraprendere trattative con la Russia per poter avere uno sbocco alla possibile "serrate" degli istituti di credito internazionali. Penso che in caso di vittoria dei No, per coerenza politica, Syriza dovrebbe uscire dall'Euro. Il rischio sarebbe quello di una nuova "rivoluzione colorata" peraltro gia' verificatasi nel lontano 1946, quando alla repubblica dei partigiani che avevano liberato la Grecia, si impose con la forza la monarchia di re Costantino, apertamente filo inglese e filo americano. Pochi lo ricordano, anche a sinistra...
Il referendum l'ha vinto, adesso cosa fara' Tsipras? Tornera' a trattare come prima sulle stesse questioni, ottenendo le stesse risposte? O ricusera' il patto di stabilita'?
Solo per ricordare 7 luglio 1960 - 7 luglio 2015 morti di Reggio Emilia, in conseguenza della reazione democristiana alle manifestazioni e scioperi operai. Evento dimenticato dalla sinistra "democratically correct" weltroniana, vendoliana e simili, oggi troppo preoccupatapreoccupata di ricucire lo strappo fra il popolo della Grecia e le richieste della troika EU.
Siamo in attesa del nuovo post...tanti argomenti di cui parlare, dalla vittoria del "No" che rischia di essere vanificata da un titubante Tsipras, al passaggio in legge del decreto sulla "buona scuola", alla ricorrenza dell'attentato dei servizi segreti francesi (pero' democratici) degli anni ottanta contro la nave ecologista "Rainbow warrior" per la loro attivita'a testimoniare gli esperimenti nucleari francesi nel pacifico e contro il traffic di materiale nucleare.
Ciao Fulvio,
ho letto oggi che e' morto Della Volpe. Sbaglio od era il giornalista di rai tre che andava a Bagdad negli anni dell'embargo e forse anche durante la Guerra? All'epoca vedevo volentieri il Gr3 che dava un informazione piu' veriteria su quesgli avvenimenti. Era un tuo collega?
Ringrazio tutti per gli stimolanti commenti, arrivatimi oggi tutt'insieme al ritorno da fuori. Ad Alex1 ribadisco quanto già scritto ripetutamente: Tsiprendola è il classico bluff: ha sfruttato la rabbia e la forza del popolo greco per arrivare al governo, si è coperto a sinistra con il referendum e ha proceduto a distruggere il suo paese esattamente come concordato dall'inizio con i genocidi della Troika. Un vero oppositore di questa UE e del finanzcapitalismo banditesco che la gestisce aveva una sola opzione: uscire e schierarsi con i BRICS. Ora i greci sono stremati e tempo che non avranno la forza per cacciare via il cialtrone traditore.
Santo della Volpe era mio collega al TG3. Brava ma mediocre persona. Innocuo e inutile. Onesto.
è bastato solo l'annuncio del referendum greco per far crollare la borsa cinese al contrario delle borse europee,ciò la dice lunga a cosa è servito senza contare l'effetto boomerang con tutti a ripetere il mantra "che il referendum antieuro è inutile" che sono "tutti con le spalle al muro" che "non esiste alternativa" e nel frattempo ci infilano una mazza da baseball chiamata TTIP e visto lo spostamento delle masse verso una sinistra più radicale (aridaje) come dice Fulvio; "ci penserà il "nuovo PCI" ad infilarci oltre la mazza pure le palle".
Tsipras ha dimostrato di essere un autentico cialtrone.Della peggior specie.
luca.
Un anno fa veniva abbattuto il 777 indonesiano sopra I cieli dell'Ucraina. L'Ustica Ucraina. Nel 1980 il senso commune dava la colpa al "terrorismo arabo", in primo luogo palestinese, ed alla Libia, che li avrebbe aiutati. Un anno fa, analogamente per la stampa occidentale il colpevole aveva un solo nome, Putin, e gli esecutori, senza ombra di dubbio ,erano I separatisti del Donbass, ovvero I "filorussi invasori". Da li le prime sanzioni verso la Russia. A distanza di molti mesi che la scatola nera e' stata consegnata nelle mani di quattro stati(che si rivendicano di secretare I risultati se dovessero essere loro politicamente sfavorevoli) che non comprendono ne' la nazione colpita, ne' gli accusati, e' caduto il silenzio. Nessun giornale main stream ne parla piu', le sanzioni vengono mantenute usando altri pretesti. Il flusso di finanziamenti ed armi verso il governo golpista continuano. E' necessario tenere la tensione per chi, quasi certamente, non avra' giustizia, e per rispetto della verita'.
Alex1@
Si trattava del NH7 delle aerolinee malesi.
Se per Raul Castro il modello è il Vietnam,già denunciato come governo fantoccio USA da Enver Hoxha nel 1972, mi stupisco di come la Rivoluzione a Cuba abbia potuto resistere fino ad ora,sicuramente gran parte del merito va al popolo cubano e non certo a quella parte di dirigenza bramosa di denaro e potere che trovi celata in ogni governo,comunista o meno che sia, che miri ad un affrancamento dall'impero,ultimo esempio Gheddafi e la sua Jamahiriya.
Tirando le somme ci ritroviamo sempre governati dalle menti più semplici,quelle sane e creative son tutte nella differenziata
rossoallosso@
Hoxha nel 1972 ha detto una cazzata. Te lo dice uno che nel Vietnam c'è stato. La degenerazione è iniziata negli anni '90.
Non capisco bene quello che intendi su Gheddafi. Se riferisci a lui il discorso della "dirigenza bramosa di denaro e potere", sbagli di grosso e diffondi la vulgata propagandistica imperialista. Quel riferimento non vale per Gheddafi, ma neanche per la massima parte della classe governativa libica. Dove di corrotti ce n'erano davvero pochi.
Ma forse non ci siamo capiti.
@Fulvio
perdona la poca chiarezza mi riferivo a Gheddafi come vittima,vittima di quei pochi ai quali pure tu accenni,sono convinto sia stato tradito sia politicamente che militarmente la modalità stessa della sua cattura mi fanno desumere ciò.
Sul Vietnam rispetto la tua opinione e non ho motivo di dubitare della tua testimonanza diretta però penso che il crollo del muro abbia sbloccato una situazione già in essere
E' vero mi ricordavo male,era un volo della compagnia della Malaysia. Comunque, a riguardo dell'informazione mi sono sbagliato, qualche quotidiano se ne e' ricordato, alcuni dei quali da una parte dicono che, "ci vorra' ancora tempo, si prevede fino ad Ottobre", il che mi fa pensare ad un nuovo tentative di liquidare la resistenza anti golpista all'Est, dall'altra il Corriere della sera e qualche altro riporta el "nuove accuse della CNN ai filorussi" basati su di alcune fotografie che mostrano soldati dei separatisti vagare fra I rottami per recuperare la scatola nera ("sospetto di sciacallaggio fra I resti delle povere vittime" secondo alcuni, "mentre pensavano di aver colpito un aereo militare Ucraino" secondo altri). Insomma non e' ancora chiara la dinamica, difficile decifrare la scatola nera, ma I "filorussi" sarebbero comunque colpevoli di qualche coaa. Come capito' ai serbi durante la Guerra di Bosnia. Mi ricordo dell'abbattimento di un aereo militare italiano per trasporto da parte delle truppe Jihaddiste di Saraievo, attribuito in prima istanza proprio ai serbi, poi caduta questa pista fini' tutto nel dimenticatoio. Dove puo' arrivare la propaganda mistificatoria e la menzogna mediatica e' difficile da credersi.
A proposito di informazione, liberta' di "satira", Charlie Hebdo e razzismo fomentato: ecco la vignette di Giannelli sul Corriere che non si puo' definire satira perche' oltre ad essere mistificatoria cavalca I luoghi comuni ed alimenta il razzismo contro chi viene da altre terre in stato di necessita'.
http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11812078/Corriere-della-Sera--la-vignetta.html
Tale vignettista e' non nuovo da operazioni del genere, come quando tiro' fuori una vignette contro un impiegato pubblico che dormiva al lavoro e sognava Brunetta. Interessante il comment di un lettore di Libero che dice: "il Corriere ha sempre saputo fiutare il vento"
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