“CALEIDO” Francesco Capo intervista Fulvio Grimaldi
https://www.youtube.com/watch?v=QOvrv7ix4O4
QuiradiolondraTv: “Mondocane e Punto”: martedì e venerdì,
ore 20.00
https://www.quiradiolondra.tv/live/
Byoblu (canale 262) “Le interviste”, Michele Crudelini
intervista Fulvio Grimaldi: Gaza, Libano, Netaniahu sotto processo, missili
sulla Russia e contro Trump. Mercoledì 20 ore 16.00 e 21.30 https://www.byoblu.com/2024/11/20/netanyahu-passeggia-da-padrone-a-gaza-ma-senza-guerra-ha-le-ore-contate-fulvio-grimaldi/
I missili che la schizzata schiatta bipartisan (ma
essenzialmente Democratica) dei Neocon ha fatto lanciare contro la Russia dal più
rintronato dei suoi epigoni, più che ai russi, che non ne risentiranno più di
tanto, intendono provocare danni al nuovo presidente e ai suoi spaventosi (per
gli armaioli) progetti di evitare la cosiddetta terza guerra mondiale (quella
in Medioriente, invece, gli risulterebbe digeribile: la fanno altri, come d’abitudine).
Spedendo questi bonbon a casa di Putin, tra la sua gente,
per la prima volta nella Storia (dopo i missili a Cuba, subito svaporati) gli
USA rischiano di vedersi arrivare tra i piedi la ritorsione, in forma di bonbon
equivalenti. La bella favola che di guerre se ne possono fare a gogò, quante ne
servono a mantenere al complesso militar-industriale il potere in casa e su
gran parte del resto del mondo, finirebbe con un assaggio della stessa pietanza
al desco di casa propria.
Cosa inaudita, storicamente evitata facendo leva sulla
disponibilità di “alleati” di farsi sbranare e di collaborare a spese del
proprio paese. Alleati, si fa per dire. Ragazzi di bottega, fattorini, sicari
fascisti, o finte-BR, vallette, presstitute, magliari, mafie. Insomma mercenari
tenuti a servizio a forza di debito, basi militari che garantiscano il
controllo del territorio (da noi oltre 100): Gladio, simpatie gratuite, Emme
Bonino, premier donne svizzero-yankee obamiane et similia. E soprattutto “alleati”
che abbiano ben presenti il modello rimozione e, magari, esecuzione, di
devianti tipo Aldo Moro. O John Kennedy.
Da noi, di conseguenza, non c’è discussione. Di fronte
all’emergere dall’orizzonte del Giorno del Giudizio accanitamente ricercato dai
necrofili del Deep State, un irregolare come Donald Trump, vista la mira
sbagliata dei sicari, va fermato inducendo all’armageddon colui con il quale
convivere avrebbe significato un buco nella mongolfiera di guerra e il suo
afflosciarsi al suolo.
Di fronte a queste evidenze, logiche e consequenziali,
pretendono l’ineluttabilità del concorso d’intenti tra Biden e Trump (come se
fossero loro a determinare il corso della Storia e non i rispettivi
ventriloqui) coloro che investono il nobile termine di “complottisti”, preziosi
smascheratori di complotti al tempo del Covid, di significati negativi.
Sono quelli superbravi che giurano che, al di là delle mosse
scenografiche per tenerci un po’ sulla corda, un Biden e un Trump starebbero
mettendo in piedi una finta alternativa, tanto per compiacere i cultori delle
contraddizioni interne al padrone, mentre si spartirebbero lo stesso bottino:
via la Russia e dominio del mondo. Un po’ come quelli che, anche davanti ai
corpi spezzettati di Haniyeh e Sinwar, giurano che Hamas e Israele sono
giocatori della stessa squadra. Come si sarebbe visto il 7 ottobre. E che
centrosinistra e centrodestra sono zuppa e pan bagnato (esempio sbagliato: qui
ci hanno preso).
Siamo seri. Sparando missili in faccia a Putin e alla sua
gente, questi non contano sulla comprovata prudenza del presidente russo che,
come avrebbe potuto mangiarsi a colazione l’intera Ucraina, si è limitato a
liberare il Donbass e a spegnere le reti elettriche, sicuramente avrebbe
continuato a far sopravvivere l’ologramma Zelensky, come ha fatto a Kursk.
Siccome sono quelli che sono e la lora idea di umano è
quella che dal 1945 ha fatto 50 milioni di morti di guerra e, da Obama in qua, che
rimediano al proprio debito mortale con la necrofilia e ininterrotti macelli, che
contano su un Putin modello Obama, o Bush, o Clinton. Cioè su uno che ai
cazzotti risponde togliendosi i guantoni.
Ed ecco che in questo caso la grigliata di ucraini a fuoco
lento si dovrebbe tramutare in incendio che tutto avvolge, compresi noi
europei, che, inceneriti, finalmente ci toglieremmo dai piedi e dai mercati. E
The Donald, con le sue fisime di lasciar perdere l’Ucraina e a lasciare fare a
sionisti e altri le guerre grazie alle quali i suoi avversari pentagonali
potranno placare la propria inimicizia verso di lui, continuando a vendere
armi, il 20 gennaio di troverà la famosa patata bollente.
La Russia atomica che potrebbe anche incombere sul suo paese
e che, dunque lo costringerebbe, sì, al MAGA, Make America Great Again, ma
a un MAGA corretto alla neocon. Toccherebbe lasciar perdere il rientro dalla
delocalizzazione dell’industria nazionale manufatturiera e il riassetto di
un’infrastruttura allo sfascio, con conseguente riemersione della classe
lavoratrice dalle bidonville di roulotte in cui si era rifugiata inseguita
dall’inflazione e poi vedersela con la Cina per chi produce e vende di più e
meglio.
Toccherebbe farsi indicare da Dick Cheney e dalla tenera
figlioletta Liz con le bombe a mano nella borsetta chi massacrare, occupare,
rapinare, oltre al già acquisito mattatoio mediorientale a fini di petrolio e
rotte cruciali e al diavolo le ubbie rinnovabili.
E, soprattutto, toccherebbe eliminare dalla vista e
rinchiudere a Guantanamo Tulsi Gabbard, la pacifista amica di Putin e di Assad,
nominata capa dell’Intelligence (cioè di tutto quello che di più infame non
dovrebbero più fare gli USA). Lei insieme a Robert Kennedy Jr, il folle che ha
messo i bastoni tra le ruote all’altro progetto neocon: ridurre e forza di
“vaccini” quei segmenti di umanità che guerre e fame non hanno tolto di mezzo e
che superano il miliardo e mezzo.
Sugli altri temi nei titoli, vedere i filmati. Qualcuno
vuole andare a Gaza e beccarsi la taglia di 5 milioni che un Netaniahu alle
corde e al ridicolo, presto sotto processo, promette a chi gli rende gli ostaggi
sopravvissuti? Di cui non gliene ha mai
fregato niente. O andare in Libano a scoprire chi ciurla nel manico quando
incolpa un apparentemente invincibile (altro che IDF) Hezbollah di aver tirato
addosso ai fantasmini di UNIFIL? E divertirsi a sentire dichiarare le due
destre, quella con le zanne e quella con la dentiera e il rossetto, di aver
vinto l’una in Liguria e l’altra in Emilia-Romagna e Umbria?
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