Vista
l’umiltà che ha segnato la tua vita vedo quanto sia luminosa la luce che emani.
A nome di tutti noi, lasciami solo dire che siamo di sicuro una nazione più
gentile e cordiale per merito tuo e che non possiamo ringraziarti abbastanza. (Barack
Obama a George Bush, 15/7/2013)
Strani
sono i tempi in cui viviamo, quando ai vecchi e ai giovani si insegna in scuole
della falsità. E quando l’unico uomo che ora dire la verità viene definito
stolto e demente. (Platone)
Finchè
la gente non si cura di esercitare la sua libertà, coloro che vogliono
tiranneggiare lo faranno; i tiranni sono attivi e scatenati e, nel nome di
qualsiasi dio, religione e altro, si impegneranno a mettere ceppi a uomini
dormienti. (Voltaire)
Quando
dico la verità, non è per convincere coloro che non la conoscono, ma per
difendere quelli che la sanno. (William Blake)
La
paura non ha l’abitudine di dire la verità. (Publio Cornelio
Tacito)
Uomini che uccidono le donne, bianchi che salvano i non bianchi
Dopo Yulija Timoshenko, già leader della “rivoluzione
colorata” in Ucraina, condannata per aver truffato milioni di dollari su
traffici di gas e altro, dopo Neda Soltan, che si finge sparata da agenti nella
“rivoluzione verde” di Tehran, si sparge da sola finto sangue sul viso e
risuscita in Germania; dopo Sakineh Ashtiani, condannata a morte, condanna
sospesa, per aver avvelenato e fulminato il marito insieme all’amante e che si
è detta destinata a una lapidazione che da anni è stata cancellata dai codici
iraniani; dopo l’estradizione di moglie e figlia di un criminale kazako che ha
rubato miliardi ed è inseguito dai mandati di cattura internazionali di quattro
paesi, compreso il Regno Unito, ecco che la guerra a bassa intensità di Cia e
Mossad ci propone un’altra martire di “dittatori” da abbattere e paesi da
radere al suolo.
Sulla ragazza sedicenne Malala Yusafzai, pakistana, si
riavventa in questi giorni della kermesse ONU, il coro delle prefiche imperialiste che tutti,
sinistrati e destre, padroni e vassalli, Ong imperiali, come Amnesty e HRW, e
Ong idiote, unisce in armata dei “diritti umani” da lanciare contro una nazione
canaglia che si permette di solidarizzare con la guerra di liberazione afghana
e di protestare contro i droni Usa, che da anni compiono massacri di civili, e
contro i terroristi surrogati Cia-Mossad che fanno esplodere gente nelle piazze
e nelle moschee.
A 12 anni, la scolaretta della Valle dello Swat, nel
Nordest pakistano, viene arruolata dalla BBC e da altre emittenti della
propaganda occidentale, per sparare a zero contro i Taliban (di cui una
componente spuria è attiva anche in Pakistan) perché impedirebbero alle bambine
di andare a scuola. A 15 anni, attentatori mai identificati e di cui i Taliban
afghani rifiutano di essere i mandanti, sparano a Malala e la feriscono alla
testa. In questi giorni un importante comandante dei Taliban pakistani, Adnan
Rasheed, ha scritto una lettera di solidarietà a Malala, specificando però che,
se scuole sono state colpite, si tratta esclusivamente di quelle usate come
copertura dai militari pakistani impiegati nella repressione contro la rivolte
dello Swat. Ricordando che la ragazza nella recente comparsa all’ONU ha
dichiarato che la penna è più potente della spada, considera l’ipotesi che
Malala sia stata attaccata per la sua spada, non per i libri e la scuola.
Terrorista bambino in Siria
Coltivando l’abitudine, come s’è visto in Libia, Siria e
mezza Africa, di utilizzare per le sue guerre d’aggressione soldati-bambino (ce
lo confrmano innumerevoli video), i comandanti Nato e i loro trombettieri
mediatici non hanno esitato di arruolare una combattente bambina per il loro
menzognificio di guerra. Da quattro anni Malala spara nei microfoni degli
antropofagi imperiali, distruttori della sua gente, accuse false e bugiarde, ripetendo
la vulgata dei diritti umani e della democrazia come interpretati nell’Impero e
nelle sue marche. Ovviamente, alla sua età,
inconsapevole della manipolazione, Malala è stata fatta entrare a forza
di plagio psicologico nel postribolo del mercenariato mediatico e qui
violentata nella sua libertà, autonomia, libero arbitri, comunione con il suo
popolo.
Come nel caso delle “vittime iraniane”, degli stupri
attribuiti ai difensori dei loro popoli dal cannibalismo Nato, la falsariga è
sempre la stessa e, come si vede dal concorso di utili idioti e amici del
giaguaro, ancora efficace,per quanto logora e stereotipata. Qui si tratta della
solita ragazza indigena, possibilmente avvenente, giovane e, nel migliore dei
casi, minorenne, che viene salvata dall’uomo bianco. Una volta se ne salvava
l’anima e se ne bruciava il corpo sul rogo. Oggi la civiltà delle immagini
richiede anche la presenza del corpo. Con Malala sottratta ai barbari e messa
al sicuro nel Regno Unito, patria della democrazia, tutti noialtri bianchi
cristiani civilizzati ci sentiamo a posto con la coscienza: una volta di più
una donna nativa è stata strappata alle grinfie degli uomini (ah, questi
maschi!) selvaggi della sua nazione. Si rinnova e si incarna il mito del
cavaliere dalla splendente armatura e della pulzella sottratta al drago. Ne
risulta pacificato il senso di colpa, più o meno conscio, del colonialista
borghese che si libera di quello che Kipling chiamava “il fardello dell’uomo
bianco”.
La realtà meticolosamente taciuta è che esistono
centinaia di migliaia di altre Malala, magari tra le cinque ragazze
stuprate e uccise con la famiglia da
cinque militari Usa in Iraq, tra i 500mila orfani lasciatisi dietro dagli occupanti
di quel paese, tra i 22 civili
disintegrati dai missili Hellfire
Usa tre giorni fa nella provincie pakistane di Paktia e Ghazni, ultimi di una
serie di stragi di innocenti nei villaggi di uno Stato nucleare di cui in
Occidente non ci si fida, anche perché buona parte della sua popolazione odia
gli Yankee e solidarizza con i partigiani afghani.
L’obbediente strumento del lupanare occidentale, Malala,
sequestrata psicologicamente e imbeccata al di là delle sue facoltà di
valutazione a compiacere l’uomo bianco demonizzando l’uomo musulmano non
bianco, si è mostrata davvero brava. Non ha mai pronunciato una parola di
critica all’Occidente, guerrafondaio sociale a casa sua e sterminatore
imperialista fuori da lì. Non ha mai accennato alle apocalissi di droni che inceneriscono
famiglie tutt’intorno a lei, non ha mai denunciato il rapporto di mille a uno
tra le vittime delle guerre e del terrorismo occidentali e quelle dei
“liberatori” e occupanti. Non ha mai chiesto se non fosse vero che l’Occidente
ha ucciso più bambine che i libici, siriani, iracheni, Taliban messi insieme.
Che, più delle obiezioni dei Taliban, sono stati i missili e le devastazioni
Nato a privare di istruzione le donne. E tante anche della vita, dei figli,
padri, mariti. E’ implicito nelle sue requisitorie che, se noialtri gettiamo
bombe, è per salvare bimbe come Malala.
Salvarle per l’istruzione come impartita, in Italia, da
Gelmini e Profumo e, in tutto il mondo civile euro-atlantico da chi ha
cancellato dalla faccia di Libia, Iraq, Siria, la libera, gratuita, pubblica
istruzione, per estendere anche lì l’annichilimento della conoscenza e della
capacità critica delle proprie classi subalterne da ridurre in schiavitù
(finalmente alla pari con gli Untermenschen del Sud del mondo? Era questa
l’uguaglianza che cercavamo?)
Licenza
di uccidere. Se sei nero non c’è nemmeno bisogno che ti si dica “terrorista”.
Noto di striscio che, mentre all’ONU ci si commuoveva sul
compitino letto dall’eroina pakistana, nulla si diceva nelle competenti sedi
giudiziarie, politiche, mediatiche, dirittoumaniste, sul fatto che un
energumeno psicopatico, autopromossosi giustiziere volontario, sparasse in
testa al ragazzetto disarmato – ma con felpa! - Trayvon Martin esclusivamente
perché nero. Se si tace su un presidente degli Usa che fa ammazzare chiunque
purchè lui lo consideri “sospetto”, che fa spiare l’universo mondo per fottere
concorrenti economici e politici e incastrare cittadini, che, istituendo con
vari decreti presidenziali (Napolitano non è che un pivello) lo Stato di
Polizia e di sorveglianza totale nel suo paese, con tanto di campi di internamento
in tutti gli Stati, ha stracciato la costituzione e commesso alto tradimento,
se tutti gli alleati riuniti nel consesso della “comunità internazionale” si
aprono la via a un po’ di sopravvivenza, rapinata ai sottoposti attraverso
mazzate, gas chimici, pallottole, urticanti, arresti torture, se si tace sul
genocidio in Siria…. se tale è la notte di verità e giusitizia che ci avvolge e
acceca, quando mai ci si dovrebbe occupare dell’ennesimo ragazzo nero ucciso
dall’uomo bianco. Se queste sono le regole, l’assassino George Zimmerman, le ha
bene interpretate. Ed è stato assolto. Nel nome di una civiltà che tiene in
disumane prigioni, alla mercè di carcerieri tipo Abu Ghraib, Guantanamo e
Wagram, 2,5 milioni di persone, di cui il 45% afroamericani, che sono il 20%
della popolazione Usa.
Noi condividiamo. E mandiamo assolti i carabinieri che hanno lasciato ai picciotti i segreti del
covo del boss dei boss Riina e mandato in fumo la cattura certa del boss dei boss
Provenzano. Hanno favorito la mafia a loro insaputa. All’insaputa nel’92-’93 le
istituzioni della Repubblica hanno rinnovato con la mafia stragista il patto di
larghe intese decretato dagli Usa fin dal 1945. E l’insaputa non è forse da noi
garanzia di ogni innocenza? O impunità. Anche questo è largamente condiviso, e
poi, questi carabinieri, non sono nei secoli fedeli? Lo Stato non si processa.
Lo diceva già il padre della patria, Aldo Moro, intendendo per Stato, con
correttezza storica, la Democrazia Cristiana. Come lo era prima, quando però lo
Stato c’era, il Partito Nazionale Fascista. Ora sono tutti democristiani. E
fascisti–meglio-che-fascisti.. E Napolitano e Berlusconi e Monti e Letta e
Obama sono tutti uomini d’onore. Verranno assolti. Sempre che, prima, non ci
egizziamo o turchizziamo o brasilizziamo tutti.
5 commenti:
Una notizia letta ieri, ma forse già sparita dal Corriere della Sera online: un esponente dei Talebani dichiara che non esistono campi militari Talebani per addestrare combattenti da mandare contro la Siria. Anche se non poteva escludere che qualcuno ci sia andato "a titolo personale" (leggi:"arruolato da qualcuno e trasportato lì") Ed anche la notizia che riporti del leader Talebano che esprime solidarietà a Malala è gia sparita o fuori dalle prime pagine. Accidenti, questi Talebani non ne vogliono più sapere di rendersi utili per qualche "giusta causa"...
Malala è stata senza dubbio usata dai media occidentali per propaganda.
La ragazza è una Yusafzai, vale a dire di uno dei grandi clan-famiglia dei Pashtun.
Ti sembra davvero strano che si sia gettata nelle braccia degli imperiali, visto il livello e la qualità della vita che i capiclan assegnano in generale alle donne?
Fulvio, scusami se esulo un po' dal tema dell'articolo però in qualche modo il filo è sempre lo stesso. Vorrei un tuo parere su un argomento sempre più ostico. Quali sono i canali di informazione dei quali attualmente si può fruire? Mi spiego. Per chi non fa una lavoro legato direttamente o indirettamente all'informazione risulta sempre più difficile e impegnativo avere una buona informazione. L'uomo comune, il lavoratore, studente o disoccupato medio, secondo te quali mezzi può sfruttare per informarsi?
Tanto per ricordare (io ero troppo piccolo) la politica degli "omicidi mirati" (in questo caso anche male) gia' intrapresa dal paese "dei giusti":On July 21, 1973,
Israeli agents in Lillehammer, Norway, killed Ahmed Bouchikhi, a Moroccan waiter, in a case of mistaken identity, apparently thinking he was an official with Black September,...
Non so come sia finita quella storia...ma credo di immaginare che gli assassin non siano mai comparsi davanti ad una corte di quell paese. Correggetemi se sbaglio.
Fabio@
In tv conviene andare sui canali di RT (Russia Today), e Telesur (Venezuela). Siti italiani accettabili con riserva comedonchisciotte e sinistrainrete.
Il migliore sito del mondo e "Information Clearing House", poi Global Research, Usa e Canada, e Reseau Voltaire, francese e inglese. Tocca sapere le lingue...
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