Youtube
canale di Fulvio Grimaldi https://www.youtube.com/watch?v=MS7l9qCHPDE
Sono
passati 10 anni, ma l’Egitto non impara la lezione.
Giulio
Regeni. Hanno fatto secco lui e fessi tutti noi. Ma il giovane, istruito nelle
scuole dell’euro-élites, reali d’Inghilterra compresi, tragicamente perito
quando Roma e il Cairo stavano concludendo l’affare del secolo, potrebbe
tornare utile nel tempo dei 2 milioni di palestinesi da trasferire in Egitto. Visto
che, con somma improntitudine antisemita, l’Egitto di Al Sisi, ha detto NO!
Anzi ha proclamato una “linea rossa” e ha piazzato carri armati e cannoni a
Rafah. Merita una lezione.
E
allora ci pensa Amnesty International. Tempestivo il suo ennesimo Report
sui misfatti di Al Sisi e sul terrore che imperversa nella terra del faraone. E
vedrete che non mancherà Human Rights Watch e neanche Save the Children (quella
del viagra di Gheddafi ai suoi soldati per stuprare donne libiche). Come per
Saddam, come per Gheddafi, come per Assad, come per Chavez, come per Maduro.,
come per Milosevic. Come per Putin. Cose ovviamente mai dette per le
democrature amiche, ricuperate ai “dittatori” a forza di guerra e golpe, tipo
Honduras, o Perù, o Ucraina, o nuova Siria, o Italia dei Decreti Sicurezza…)
E come
ci hanno pensato in Oxford Analytica tre maestri dello spionaggio
internazionale, datori di lavoro di Giulio Regeni e, a Cambridge e al Cairo, due
tutor accademiche di Giulio, entrambe della Fratellanza Musulmana spodestata in
Egitto. Quelle che, poi, non hanno mai voluto dare agli inquirenti italiani
soddisfazione di chiarimenti e trasparenze sulla tragica fine del ricercatore. Giovane
che probabilmente credeva in quello che faceva. Visto le scuole che ha fatto e
le persone per cui lavorava. E delle quali non era il caso di fidarsi.
Giulio
Regeni si era diplomato, a colpi di 4.000 euro di retta ogni biennio (non
40.000, come dico nel video), alla scuola delle euro-élite, reali d’Inghilterra
compresi: i “Collegi del Mondo Unito”, fondati e gestiti, fi da sotto Hitler,
dal pedagogo tedesco Kurt Hahn, poi aggiornatosi nelle frequentazioni con
comandi Nato e vertici della CIA.
Memorabile
l’incontro con il padre nobile della CIA, Alan Dulles, al quale in piena guerra
fredda offre le prestazioni dei suoi ragazzi per mobilitazioni anticomuniste e
infiltrazioni in URSS.
Durante
un incubo notturno, la Meloni ha sognato di rompere ogni rapporto diplomatico
con l’USA del nuovo presidente immobiliarista, per motivo dei suoi contributi a
genocidi, deportazione di popoli e riviere e grattacieli con fondamenta in
sangue rappreso e in ossa frantumate. Svegliatasi in un bagno di sudore per la
vergogna ha subito incaricato le sue camicie nere, travestite da clown, di
rimediare al tremendo tonfo onirico con un’esplosione di pornolalia (dal greco
“porné”= prostituta) a 360 gradi. Indirizzo da privilegiare, quello della Corte
Penale Internazionale. Ovviamente la stessa vituperata da Trump.
L’invettiva
pornolalica meglio riuscita non poteva che essere pronunciata, stavolta nel
raduno di euro-fascistoidi a Madrid, da colui che a casa sua chiamano indulgentemente
“bimbominchia”: “«Bisogna mettere in discussione la Cpi
che mette sullo stesso piano i terroristi di Hamas e un premier
democraticamente eletto come Netanyahu». Pornolalia pura.
I telegiornali
l’hanno ribadito, i giornali l’hanno stampato, Mattarella ha preferito
occuparsi della “feroce aggressione russa”, ma, nel rimbombare dei suoi luoghi
comuni, ha prevalso quell’altra, di pornolalia.
E noi
che arricciamo il naso sul porno degli almeno inoffensivi Rocco Siffredi e
Moana Pozzi!
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